La città nata tre volte
Un nuovo viaggio per la squadra della Racola, questa volta qui vicino, nella “Capitale del Basso Piave”: San Donà di Piave.
Una storia complessa quella della città: in epoca moderna, sul finire del XV secolo, diviene una “gastaldia” veneziana, ovvero una grande proprietà privata della famiglia nobile di Angelo Trevisan. San Donà per centinaia di anni ha dovuto lottare con il problema della malaria, le inondazioni e le difficoltà che non permettevano una reale crescita sociale ed economica. Con la fine della Serenissima, il centro inizia un lento ma importante sviluppo che si consolida a fine ‘800 con i miglioramenti urbanistici e viari. Proprio quando la piccola città inizia a disegnarsi con una rilevante crescita della popolazione, si assiste alla sua completa distruzione dopo la rotta di Caporetto del 1917. Poco dopo San Donà verrà ricostruita con l’edificazione di un centro, figlio del gusto degli anni ’20 del ‘900.
Il nostro viaggio inizia con la visita al Museo della Bonifica che raccoglie immagini e oggetti riconducibili alla storia della città e alle secolari trasformazioni del territorio circostante. Poi tappa al grande Duomo, la chiesa principale, e al Parco Fluviale, un parco spontaneo di oltre sei ettari, meta durante tutto l’anno di residenti, turisti e appassionati di pesca fluviale, divenuto con gli anni un’isola naturalistica di grande bellezza. Una città in evoluzione, San Donà di Piave, dove molte sono le attività legate alla cultura. Un luogo fondamentale per i cittadini è il Teatro Metropolitano Astra, rinato anch’esso tre volte, opera dell’architetto portoghese Gonçalo Byrne.

