I cambiamenti spaventano? La lezione di Claire
Quando pensiamo che i cambiamenti ci spaventano, dovremmo conoscere la storia di Claire Bridges. Claire è una giovane studentessa e modella di 20 anni, vive in Florida con la famiglia e, nel tempo libero, si dedica all’arrampicata su parete. Il 16 gennaio 2022 viene ricoverata all’ospedale di Tampa con forti dolori agli arti inferiori e positiva al Covid19. La situazione della giovane, che convive fin dalla nascita con una cardiopatia congenita, è apparsa subito critica e, poco dopo, anche i reni hanno cominciato a non funzionare rendendo indispensabile la dialisi e una complicata operazione a cuore aperto.
La ventenne, ormai sottopeso, era ad un passo dalla morte. Altre complicanze hanno costretto i medici a ricorrere all’amputazione di entrambe le gambe. Come può una giovane e bella ragazza di vent’anni reagire a tanta sofferenza?
L’abbiamo chiesto direttamente a lei, e forse, ne rimarrete stupefatti anche voi come noi!
Perdere le gambe è molto più che perdere una parte del corpo: cos’ha significato per te questa esperienza?
«E’ stato dire addio a tutto ciò che ho conosciuto come “normale” per vent’anni. È stata la morte forzata della mia vecchia vita e l’inizio di una nuova, nel bene e nel male».
Hai detto in una recente intervista: “La vita è un atto di equilibrio. Avrai il bene per il male e il male per il bene e non puoi apprezzare appieno l’uno senza l’altro“. Cosa intendi?
«Che la vita è Yin e Yang. C’è sempre un po’ di male nel bene e un po’ di bene nel male. Non puoi veramente apprezzare tutto il bene della vita senza sapere cosa vuol dire il male. Non importa quanto sia bello qualcosa, c’è qualcosa di brutto in esso. Perdere le gambe è stato qualcosa di brutto, ma in tutto quel male c’era così tanto di buono. Ho incontrato persone così straordinarie, ho scoperto il mio amore per la creazione artistica, ho imparato ad essere paziente, a chiedere aiuto, a capire che la vita non va presa troppo sul serio e dovresti, se possibile, trarre il meglio dalla tua situazione».
Cosa ti ha insegnato?
«Che tutto questo non è sempre facile, ma che ci sono tanti piccoli momenti della vita che la rendono degna di essere vissuta, come sentire le risate delle mie sorelle, sentire l’aria umida e sentire la pioggia, o l’odore del caffè al mattino e il sorriso della mia migliore amica. Tutte queste cose mi aiutano a continuare».
Qual è il tuo rapporto con il tuo corpo e con gli altri oggi?
«Alcuni giorni sono migliori di altri, ma in questo momento i giorni buoni stanno superando quelli cattivi. Sto ancora soffrendo e lo farò per molto tempo, ma ogni giorno faccio un po’ più di progressi nella guarigione. Mi sento molto più connessa con le persone della mia vita, capisco l’importanza di apprezzarci e amarci l’un l’altro e di farcelo sapere».
C’è qualcosa che ti preoccupa del tuo futuro?
«Il futuro in generale mi spaventa. Ottenere una nuova normalità, vivere nel mondo come una donna disabile dove non tutto è facilmente accessibile come prima. Ora è tutto diverso, dagli incontri con gli amici, alla guida dell’auto, alle faccende quotidiane o alle vacanze. Ci sono molti più fattori in gioco e molta più pianificazione coinvolta. Ma, ciononostante il futuro lo vedo traboccante di gioia e risate. Pieno di opere d’arte che avrò prodotto, finendo la scuola, crescendo come modella, progredendo come scalatrice e continuando a condividere la mia storia nella speranza che le persone possano capire che anche se hai perfettamente pianificato la tua vita e sei una brava persona, in un attimo tutto può cambiare».
Quale il messaggio che dobbiamo imparare da tutto questo e che ci consegni?
«Devi imparare ad andare avanti, nonostante tutto. Quindi, apprezza il presente, perché non hai assolutamente idea di come sarà il tuo domani».