Beautification: marketing o realtà?

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La beautification (dall’inglese ““rendere bello” o “aggiungere bellezza”) in medicina estetica è un termine che si riferisce all’insieme di trattamenti volti a migliorare ed enfatizzare i tratti e le caratteristiche del volto, in modo da ottenere un aspetto più armonioso e gradevole. Si basa sull’utilizzo di diverse tecniche, come il filler, la tossina botulinica, il lifting, la rimozione delle macchie cutanee e altri trattamenti personalizzati, in base alle esigenze specifiche di ogni paziente.

La medicina estetica non si limita a correggere difetti o a eliminare i segni dell’invecchiamento, ma mira a valorizzare la bellezza naturale del viso e a migliorare l’aspetto complessivo del paziente. La beautification richiede una corretta diagnosi e un approccio personalizzato, in modo da ottenere risultati naturali e duraturi, mantenendo sempre l’armonia dei tratti del volto.

Sicuramente oggi il termine beautification è un fin troppo abusato, anche attraverso i social, e spesso si perde di vista il senso di questa parola. Ciò che dobbiamo fare è individuare i punti migliori per enfatizzare le qualità positive di un volto, senza stravolgere nulla. In altre parole, dopo una corretta diagnosi si passa alla terapia di uno specifico distretto del viso, bisogna capire le cause di ciò che vediamo: riassorbimento osseo? Ridotta rappresentazione del tessuto? Scivolamento dei tessuti? Riassorbimento adiposo? Per ogni condizione esiste un approccio corretto. E vi stupirà magari leggere che ogni condizione può beneficiare di un acido ialuronico migliore rispetto ad altri in termini di compatibilità.

La medicina estetica non è solo una questione di estetica, ma anche di benessere psicologico del paziente, che si sente più sicuro di sé e più soddisfatto del proprio aspetto. La beautification, quando eseguita correttamente, può, quindi, avere un impatto positivo sulla qualità della vita del paziente.

È molto importante, inoltre, pensare che non esiste una beautification che non preveda l’uso di più tecniche, di più materiali. Davvero, è molto difficile poter agire, se non nei pazienti più giovani, senza contemplare l’utilizzo sia di acido ialuronico, sia di tossina botulinica. Ed è, quindi, altrettanto importante conoscerne le differenze.

I desideri del paziente non sono solamente quelli espliciti di “voler cancellare una ruga”, ma sono più complessi, celati dietro un “mi vedo stanca”, “mi dicono che sembro sempre arrabbiato”. Secondo alcuni studi, il “paziente beautification” è caratterizzato da un’innata tendenza all’estetica, è focalizzato sul mondo del beauty-fashion, segue i trend, i social media, riflette molto su come il gruppo di persone vicine potrà prendere il risultato del suo cambiamento. Spesso l’idea in mente è quella di “assomigliare” a qualche modella o personaggio famoso, non a caso un certo insieme di trattamenti viene anche chiamato “celebrity look”: zigomo alto, naso ben definito e sottile, mandibola ben disegnata, ottima qualità della cute.

È importante, quindi, sapere che… la beautification non è per tutti. Spesso, dopo l’anamnesi e una visita approfondita, ci fermiamo a discutere su come il paziente, seduto sul lettino, vede il proprio volto. Chi fa questo lavoro lo sa bene: non esiste mai una risposta uguale ad un’altra, non esiste una terapia uguale all’altra e molto spesso, se non sempre, si tratta proprio di terapia, di far combaciare quanto sentiamo di voler esprimere nel profondo con quanto dimostriamo esteriormente.

Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Padova, durante questi anni approfondisce la branca chirurgica. Approfondisce poi la Medina Estetica con un Master presso l’Università degli Studi di Parma, la Scuola Superiore Post-Universitaria in Medicina Estetica “Agorà” di Milano e la Società Italiana di Mesoterapia, perfezionando i propri studi con un Master sul Management Sanitario

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