Eppure dicono che è solo sabbia
Elena Lana ha raccontato in un libro la magia delle sculture
E’ praticamente cresciuta sulla sabbia. E, in qualche modo, grazie alla sabbia. Con la scuola ha fatto lo stage al Sand Nativity. Per la laurea ha realizzato una tesi sulle sculture di sabbia. Di quegli eventi ne è poi divenuta coordinatrice artista del cantiere e addetta alle scenografie dipinte. In occasione del ventennale del Presepe di Sabbia, Elena Lana, jesolana doc, ha deciso di realizzare un libro a quattro mani con il direttore artistico, lo statunitense Richard Varano (ex campione del mondo e fondatore della Sultans of Sand Worldwide Company).

Elena, com’è nata la tua passione per le sculture di sabbia?
«Stavo frequentando il liceo artistico e, nel 2006, spinta dalla mamma, decisi di fare lo stage durante il periodo della realizzazione delle sculture di sabbia di Natale e l’ho ripetuto per cinque anni, sia in estate che in inverno; poi sono rimasta a lavorare, inizialmente nello shop e come organizzatrice di visite guidate, quindi come coordinatrice dei gruppi di studenti che venivano a fare lo stage. Per la tesi di laurea ho deciso di portare questa manifestazione come esempio di sviluppo di un evento culturale così importante a Jesolo».
Una delle sculture che ti è rimasta più nel cuore negli anni?
«Tra le mie preferite resta quella realizzata in Vaticano, formata da tre grandi circonferenze e di dimensioni enormi. E’ stato molto emozionante e una vera soddisfazione portare la nostra sabbia lì. Ma anche la scultura dell’anno scorso in piazza Marconi, dedicata al Natale non da un punto di vista religioso».

Ci sveli alcune curiosità sulle sculture di sabbia?
«In tanti mi chiedono se c’è una colla che tiene salda la massa di sabbia: in realtà non esiste alcun collante ma è la tecnica di compattazione che rende le sculture così solide. O, ancora, mi viene chiesto da quale esperienza provengono gli scultori: tanti vengono dall’Olanda perché lì hanno fatto una formazione specifica dedicata alla sabbia. Lavorare con la sabbia permette di realizzare pezzi grandi con una tempistica ridotta: pensate che ogni artista lavora su un blocco di sabbia per soli 10-15 giorni».
Com’è nata l’idea del libro?
«L’idea del libro mi è venuta quando ho fatto la tesi, per far fruire al pubblico tutto il materiale di ricerca che ho analizzato. Ho scelto di pubblicarlo proprio quest’anno, in occasione del ventesimo anniversario di Sand Nativity, in cui sarà la pace il tema».
Da piccola facevi i castelli di sabbia?
«Sì e mi piaceva tanto! Pensa che ho scoperto, facendo la tesi, che nell’archivio, tra le vecchie foto d’epoca, c’era una foto di me a sei o sette anni che guardavo ammirata le sculture!».