Essere Donna
Beatrice Luzzi è stata l’ospite d’onore della serata-concerto contro la violenza sulle donne.
Attrice, autrice televisiva, attivista italiana e, di recente, una delle protagoniste del Grande Fratello Vip, Beatrice ha lanciato dei messaggi forti nel corso della serata “L’amore deve vincere sulla violenza”, organizzato dallo Stabilimento Manzoni e tenutosi nell’omonima piazza.
Beatrice, cosa pensi di questa serata?
«Straordinaria e con delle bravissime cantanti. Stiamo lanciando dei messaggi importanti».

Tu a teatro hai interpretato molte donne, con lo spettacolo che rivisita il libro di Aldo Cazzullo, “Le donne erediteranno la terra”. Com’è stata questa esperienza?
«Impegnativa, ma anche molto gratificante. Lui ripercorre la storia di molte donne, dalla mitologia, alla storia, per arrivare all’attualità. Ad esempio, non so se sapete, ma la prima donna non è stata Eva, ma Lilith, la prima sposa di Adamo, che si rifiutò di obbedirgli e lui la ripudiò. Incarna la donna che non si vuole sottomettere. A proposito: ad Aldo, che è un caro amico, dissi che non condividevo il titolo del libro, perché la terra è femmina e le donne l’hanno sempre avuta».
Quale tra le donne interpretate l’hai sentita più tua?
«Probabilmente Cristina Trivulzio, uno delle protagoniste del Risorgimento. Ricca ereditiera, non si accontentò di una vita agiata e partì con 110 volontari da Napoli per andare a liberare Milano; poi fu impegnata a Roma; quindi creò ospedali, formò infermiere… insomma, una eroina del nostro risorgimento, cui venne dedicata una statua a Milano. Una sola statua».

Il movimento #MeToo ha fatto emergere casi di abusi nel mondo dello spettacolo: è servito?
«Non me la sento di fare una affermazione definitiva, per diversi motivi. È emerso in questo mondo, perché qui le cose hanno una enfasi diversa, ma in realtà il movimento appartiene a tutti gli ambienti di lavoro. Io, in prima persona, quando ero più giovane, in vari ambienti in cui ho avuto a che fare, mi sono trovata di fronte a quel bivio per cui se vuoi fare un salto professionale devi spesso stare a un certo gioco. Spero la situazione sia un po’ migliorata, anche perché ora abbiamo più donne nei posti di potere».
Che messaggio lanciare da Jesolo?
«Cose sugli uomini ne sono state dette e tante, uomini che devono accettare le decisioni della donna. Però anche noi donne una riflessione in più dovremmo farla: spesso, forse per vanità o per solitudine, rischiamo di entrare in un gioco amoroso e passionale che diventa sempre più costringente, di controllo; inizia come protezione di diventa sempre più restringente. E così ti allontani dalla famiglia, dagli amici, dagli affetti… e quando ormai non hai più nessuna liberà, dire “no” a quel punto diventa difficile. Con gli uomini dovremmo impostare rapporti più maturi, senza lasciarci andare all’illusione che sia veramente amore. Dobbiamo fare lo sforzo di mantenere la libertà fin dall’inizio».









