Fotografia, arte e passione

La storia (straordinaria) di Esterino Burato



La fotografia è una passione. E la passione, quando diventa eccellenza, è figlia di un dono. Esterino Burato, imprenditore molto conosciuto (ha fondato, insieme alla moglie Giovanna Rigon, Burato Gioielli) la passione sicuramente ce l’ha. E, probabilmente, visti alcuni dei suoi scatti, anche il dono. Una storia, la sua, che parte da lontano, negli anni Cinquanta, quando ancora non c’erano quelli che poi tutti avrebbero chiamato “scattini”, fotografi più o meno improvvisati che si aggiravano tra feste, turisti e cerimonie per fare foto e poi venderle.

«Avevo 14 anni – ricorda Esterino – abitavo a Tombolino di Eraclea. Un amico, Raffaele Cardin, lavorava a San Donà dove lo zio gestiva un’edicola e mi chiese di andare a trovarlo: una sera, in bicicletta senza fanali, lo raggiunsi».

Parte da qui la sua storia?

«Certo. Andiamo a prendere un gelato, che paga lui perché io non avevo una lira, tira fuori una macchina fotografica quadrata e mi dice: “Ho estratto il rullino, ma io foto non ne ho viste”. Ovviamente non funzionava così, le foto dovevano essere sviluppate. E glielo faccio notare».

Quindi?

«Mi dice: “Senti, carico un nuovo rullino e le foto le fai tu”. Non mi sembrava vero. Al massimo si potevano fare otto foto, una era mia e le altre sette le ho vendute ai miei familiari, così ho guadagnato i miei primi soldi. E pensare che lo sviluppo di quelle prime foto lo ha pagato Raffaele…».

È in quel momento che scopre la sua passione?

«Immagino di sì, anche perché non sapevo ancora cosa avrei fatto da grande. Un colpo di fulmine. Sono andato da un fotografo di Eraclea, Lunardelli, e mi sono fatto prestare una macchina fotografica. Meravigliosa, potevo fare 36 scatti a rullino. Inizio a girare tra il mio paese e Cortellazzo a fare foto per poi rivenderle. Ricordo che la parrocchia di Eraclea organizzava delle gite, durante una giornata al Lago di Garda ho consumato 4/5 rullini e ho venduto tutte le foto. Ho iniziato a guadagnare, con quella gita ho messo in tasca una cifra per l’epoca davvero importante ».

Primi guadagni, un momento importante: ma se posso chiedere, cosa ha fatto con quei primi soldi in tasca?

«Mi sono comprato una macchina fotografica tutta mia e ho iniziato a girare tra Eraclea e Eraclea Mare, a fare scatti e rivendere le foto».

È stato quello il momento della svolta?

«In un certo senso sicuramente, anche se il lavoro vero e proprio inizia quando avevo 16 anni. A Jesolo mi presentano il titolare dello studio Granchi di piazza Marconi, si rende disponibile ad insegnarmi il mestiere, a sviluppare e stampare, non mi pagava ma in qualche modo cercavo di arrangiarmi facendo foto in giro. Avanti e indietro da Eraclea a Jesolo in bicicletta, d’estate e d’inverno, con il caldo, con la pioggia e con la neve, però tutto sommato, all’inizio, andava bene così, anche perché iniziai a fare foto per Granchi e, come si direbbe oggi, lui mi dava una percentuale sul venduto. Una situazione che durò qualche anno, fino a quando decisi di mettermi per conto mio».

Perché questa decisione?

«Gli chiesi un aumento perché, di fatto, producevo il doppio rispetto agli altri fotografi, lui rifiutò e allora decisi di andarmene ».

A questo punto che succede?

«Riparto da zero, in fondo avevo la mia macchina fotografica e nel frattempo mi ero comprato una Vespa. Lavoro soprattutto nella zona di Cortellazzo, già tempo prima avevo ottenuto il permesso dal Comune di Jesolo per fare foto in spiaggia fino al Villaggio Marzotto. Un amico, Simone Salmasi, mi mise a disposizione il suo piccolo laboratorio per sviluppare e stampare».

Restava però da programmare il futuro…

«L’anno successivo mi trasferisco da Tombolino ad Eraclea, dovevo avevo un piccolo spazio: di giorno andavo in giro a scattare, la sera sviluppavo e il giorno dopo rivendevo le foto a 50 lire l’una. Il lavoro andava bene, un paio d’anni dopo mi comprai un negozio in centro ad Eraclea, piccolo ma per me più che sufficiente. Però avevo un sogno nel cassetto…».

Quale sogno?

«Arrivare a Jesolo. In via Bafile stavano costruendo un nuovo edificio, non potevo farmi scappare l’occasione: versai subito una caparra per avere la garanzia di un negozio in affitto. Inizio a fare lavori anche importanti, investo in nuove attrezzatture, il lavoro cresce: mi ritrovo con un negozio ad Eraclea, uno a Jesolo, due persone che lavorano in laboratorio e quattro scattini che lavorano per me. Fu un momento importante, anche perché in quel periodo vinsi un Concorso Nazionale di fotografia. Non male, considerato che avevo solo 27 anni».

La storia si fa sempre più interessante…

«Fu un periodo davvero straordinario, pensa che a 29 anni conosco la mia futura moglie, a 30 anni sposo. Con i risparmi avevo appena comprato un piccolo pezzo di terra in piazza Milano, chiesi alla banca un prestito per costruire un negozio di 150 mq. Metà l’ho affittato, metà l’ho tenuto per me per far nascere Foto Milano».

Un momento decisamente straordinario…

«Certamente, anche se il mondo della fotografia stava cambiando velocemente. Ormai ognuno aveva la propria macchina fotografica, pensa che in una sola estate riuscii a vendere circa 100 modelli Kodak. E poi facevo sviluppare in esterno una montagna di rullini. Però la percezione del cambiamento era chiara, per cui nel 1969 mia moglie ed io decidemmo di diversificare l’offerta commerciale, puntando su bigiotteria, vetri di Murano, giocattoli, oggettistica d’argento. Nel frattempo la famiglia si allargava, nel giro di due anni nacquero i miei figli, Paolo e Marta».

Insomma, erano gli albori dell’azienda che poi si sarebbe chiamata Burato Gioielli, giusto?

«Quando ci siamo resi conto che gli articoli d’oro e d’argento avevano un mercato importante, decidemmo di abbandonare souvenir, giocattoli e tutto il resto. Una scelta, l’ennesima, che con il senno di poi si è rivelata azzeccata».

Dovesse descrivere oggi Burato Gioielli?

 «Una Spa che è cresciuta grazie soprattutto ai miei figli: oggi abbiamo una linea tutta nostra che proponiamo in 150 negozi in tutta Europa e che si aggiungono ai nostri punti vendita di Jesolo, Conegliano, Mestre e San Donà di Piave».

E l’Esterino fotografo?

«È sempre qui. Con qualche anno in più, ma la stessa passione di quando era adolescente ».

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