La chiesa più profana di Venezia
Fra tutte le chiese di Venezia ce n’è una che spicca per essere la più”laica” di tutte: sto parlando della chiesa della Maddalena, nel sestiere di Cannaregio, poco distante dalla stazione Santa Lucia.
Si tratta dell’ultima chiesa eretta prima della caduta della Repubblica Serenissima per mano di Napoleone e la sua edificazione risale alla fine del 1700, più precisamente tra il 1763 e il 1790, su progetto dell’architetto Tommaso Ternanza, nipote dello Scalfarotto che edificò la chiesa di San Simeon Piccolo. Il Ternanza si ispirò al Pantheon romano e agli schemi architettonici palladiani. Nel 1810 fu revocata dal ruolo di chiesa parrocchiale e, nel 1820, venne chiusa per essere trasformata in oratorio. Esternamente la chiesa ha una pianta circolare ma, all’interno, appare a pianta esagonale con quattro cappelle radiali. Quello che stupisce, però, di questa chiesa sono i dettagli: innanzitutto il simbolo sopra il portale d’ingresso è un occhio inserito all’interno di un triangolo, ovvero un chiaro richiamo alla massoneria; inoltre, sopra il portone si nota l’iscrizione “sapiente aedificavit siti domum”, traducibile come “la sapienza ha edificato la propria casa”, non proprio in sintonia con lo spirito ecclesiastico, in quanto la sapienza viene concepita come più importante della religione, in contrasto con i dettami della chiesa.
Ma l’occhio e l’iscrizione non sono gli unici simboli massonici. All’interno troviamo il righello, la squadra e il compasso sulla pietra tombale del Ternanza, elementi molto importanti per la Massoneria e, ricordiamo che, a fine ‘700, in quel quartiere il razionalismo illuminato era in pieno sviluppo. La chiesa, inoltre, è dedicata a Maria Maddalena, personaggio enigmatico e spesso rifiutato dalla chiesa ufficiale, ma molto amato dalla Massoneria, che vedeva in lei un simbolo di sapienza. A completare la chiesa c’era una torre campanaria che venne demolita nel 1881 in quanto pericolante; si vocifera che fosse un’antica torre appartenente ad un castello della nobile famiglia Baffo, che fondò nel 1222, nello stesso luogo dove sorge ora la chiesa, un oratorio dedicato sempre a Maria Maddalena. All’interno della chiesa viene conservato un capolavoro di Giandomenico Tiepolo, “L’ultima cena”. Purtroppo la chiesa è chiusa al pubblico e viene aperta solo in determinate occasioni specifiche o per alcune esposizioni temporanee.