Le cento parole di RED
Il bassista dei Pooh ha presentato il suo ultimo libro, “Centoparole per raccontare una vita”. Non una autobiografia, ma un modo per invitare alla riflessione. Anche quando si trova a ricordare alcuni punti focali del suo percorso.
«Alla fine di Centoparole vorrei trovarvi un po’ più felici. E, se qualcosa nel vostro modo di pensare sarà cambiato e comincerete a volervi bene, sentendovi unici e liberi, allora questo libro avrà avuto un senso». Lo ripete sempre, Red Canzian, alle sue presentazioni, perché è una filosofia che sente in modo profondo. E “profondamente” riesce sempre a trasmetterlo.

Lo ha fatto al Teatro Vivaldi di Jesolo, nell’incontro organizzato dall’associazione Jam, in collaborazione con il Comune. Una città, questa, che lo ha sempre accompagnato nel suo percorso di vita…
«Jesolo è molto presente nella mia vita, qui sono nate tante cose. Da quando, da piccolo, in vacanza, mi mettevo a cantare “con 24mila baci” davanti a tanta gente ed ero contento di farlo. A quando ho fatto la stagione allo Champagne a gogo, da giugno a settembre, suonando con una band. E tante altre esperienze di vita».
Compreso il Lungomare delle Stelle dedicato ai Pooh, nel 2016, in occasione dei 50 anni. Ha, poi, ripetuto quella filosofia alla Libreria Moderna di San Donà, città che ha visto il debutto del suo “Casanova Operapop”.
«La libreria è un luogo in cui non riesco ad uscirci senza avere acquistato un libro. I libri mi chiamano. A casa, in camera da letto, ho una cassapanca ormai completamente ricoperta di libri; non li ho letti tutti, ma sono una certezza di felicità. Sapere che sono lì, che mi aspettano, è la cosa più bella. L’unico mio desiderio è di vivere lucido, per godere anche di queste meraviglie”.

Nel libro c’è la potenza delle parole…
«Lo è. E per ognuna delle parole scelte, ho cercato di dare un piccolo suggerimento, degli spunti di riflessione. Ogni parola ha qualcosa: il coraggio, non avere paura dei fallimenti, avere la forza di osare, mettere passione in tutto quello che si fa, credere nella bellezza dei nostri sogni, emozionarsi come solo un bambino riesce a fare. Come mi emoziono io davanti ad un tramonto».
Tra le cento parole non c’è “amore”…
«L’ho fatto per non cadere nella solita retorica dell’amore, che ho voluto spalmare in tutti i capitoli, compreso l’ultimo, quello in cui parlo del nostro cane Zenta. Ho preferito iniziare con “amicizia”, che è stata la cifra di riconoscibilità del mio lavoro (il prossimo anno saranno 60 gli anni dei Pooh); senza quella, il talento non sarebbe bastato».
A proposito di “Casanova Operapop”, che debuttò a San Donà nel 2022 e che ha visto coinvolta tutta la famiglia, il 5 luglio sarà rappresentata in Piazza San Marco, a Venezia.