Massimo Zennaro: la musica come ricerca
Due milioni di dischi venduti, una partecipazione al Festival di Sanremo “sfiorata” nel 2022. E, poi, continua ricerca, progetti teatrali e approcci visionari al mondo della musica. Incredibile pensare come tutto questo nasca in uno studio a pochi passi dal Centro Storico, dove lo jesolano Massimo Zennaro, compositore e ingegnere del suono, due milioni di dischi venduti con due brani dance negli anni Novanta, trascorre le sue giornate in un percorso di sperimentazione per certi aspetti sorprendente.

Massimo, com’è iniziato tutto?
«Alle fine degli anni ’70 frequentando Mestre, che al tempo era una vera e propria fucina di talenti che permetteva di spaziare dal rock, al pop, alla musica sperimentale».
Il successo quando è arrivato?
«Alla fine degli anni ’80 ho vinto il primo premio a un concorso internazionale promosso da Atari e da quel momento è iniziato un periodo straordinario. Ho aperto il mio primo studio cavalcando la dance; poi, all’inizio degli anni ’90, sono arrivate le due hits internazionali che hanno raggiunto la vetta della classifica italiana e sono state licenziate in tutto il mondo: Animal Action con il gruppo Paraje e Always Je Fais Express con i Fishbone Beat. Due milioni di copie vendute, davvero un bel traguardo».

Oggi su che progetti stai lavorando?
«Non amo la musica in fotocopia, mi piace concentrarmi sulla ricerca».
Che significa?
«Significa partire da una produzione musicale olistica, ovvero che tocca attraverso le note elementi di psicologia, filosofia, antropologia e altre materie che gravitano attorno al mondo delle emozioni».
Ci racconti della partecipazione sfiorata al Festival di Sanremo?
«Il brano si intitola “Sarà il lampo” e rientra in un progetto lirico-pop che ha coinvolto, in questo caso, due artisti straordinari, il tenore di fama internazionale Fabio Armiliato e Giovanna, molto conosciuta negli anni ’80. Il pezzo è piaciuto molto, ma purtroppo le selezioni del Festival richiedono anche una dose di fortuna… Alla fine non se n’è fatto niente».
Una curiosità: ma uno sperimentatore come te segue Sanremo?
«Ovvio! Per giudicare bisogna prima conoscere».
Un giudizio sull’ultima edizione?
«Musica abbastanza piatta. Mi sono piaciuti Cristicchi per il testo e Noemi per la sua voce straordinaria».