La persona che vorrei essere. Nel segno della Pace
Ho la mente vuota, confusa. E nell’anima un grosso peso. E’ una sensazione strana, che mi porto dietro da qualche tempo. Lo so, non dovrei. Il percorso di vita, in fin dei conti, continua a regalare soddisfazioni.
L’estate è ritornata quella di un tempo: la colorata, simpatica e… attesa invasione dei nostri ospiti è ricominciata come se ci fosse stato un salto spazio-temporale capace di cancellare (o alleviarne il ricordo) i due anni vissuti con l’ansia della pandemia, con tutto quello che ha voluto dire anche in termini di restrizioni. Fin dalle prime festività primavera, dai primi “ponti”, la città ha iniziato a vivere, anzi a “ri” vivere come e più di prima, al punto che i numeri sono stati anche superiori.
Ci siamo goduti concerti, feste all’aperto, manifestazioni, grandi ospiti. Insomma: condivisioni ed emozioni.
Tutto è tornato più e come prima. Magari anche troppo, se ci si riferisce a qualche episodio spiacevole capitato nel corso dell’estate.
Professionalmente, poi, come redazione abbiamo potuto ributtarci al lavoro anche su progetti messi momentaneamente da parte ed altri nati dalla consueta voglia di fare qualcosa di nuovo per la città. Ecco, allora, riprendere il CTLive, il magazine distribuito tra gli ospiti dei cugini d’oltre ponte, Cavallino-Treporti. E nascere il Visit Jesolo, mensile tutto in tedesco, per quella bella (e grande) fetta di mercato rivolto verso i Paesi di lingua tedesca.

Eppure la mente continua a rimanere offuscata se non vuota e, nell’animo, quel velo di tristezza e preoccupazione. Perché, pur vivendo in un contesto straordinario, non puoi non pensare a quello che succede a qualche centinaio di chilometri dall’Italia. Senza falsa ipocrisia e del sano realismo. E’ la guerra. Con tutti i suoi orrori, le sue brutture, le sue conseguenze (e lasciamo stare il discorso bollette e speculazioni varie). E’ la guerra, quella che continua a tenerci con il fiato sospeso. Mai, allora, come quest’anno, il Natale deve essere vissuto, intensamente, all’insegna della Pace.
A darcene la forza e la convinzione sarà la visita del Vescovo ausiliare di Kiev, cui il nostro Patriarca consegnerà la Luce di Betlemme. E mai, forse, come quest’anno siamo invitati a riflettere sul significato di quella piccola, ma potente, parola. Pace. Quella quotidiana. Quella costruita ogni giorno, anche se dovesse costare fatica. Quella fatta di piccoli e di grandi gesti. Quella che può iniziare anche con un semplice sorriso a chi ci sta a fianco. Quella che ti può riempire nuovamente la mente di bei pensieri e belle sensazioni e riportare i colori nelle nostre anime. Quella che vogliamo, per guardare con serenità e ricchezza interiore, al nuovo anno.
Buon Natale. Buona Pace.