Alcolock, l’etilometro che blocca l’auto se sei ubriaco

In arrivo tra le prossime modifiche al codice della Strada e, comunque, già obbligatorio sulle auto di nuova omologazione dal luglio 2022 e nelle auto di prima immatricolazione a partire dal  luglio 2024 (con estensione dell’obbligo anche ai mezzi pesanti nel 2029). 

Chiamato anche Ignition Interlock Device (IID) oppure Breath Alcohol Ignition Interlock Device (BAIID), è un dispositivo che registra il tasso alcolemico del guidatore di un veicolo a motore, funzionando in modo analogo a un piccolo etilometro e va utilizzato prima di poter avviare il veicolo e che, in caso di superamento di un certo limite, ne impedisce l’accensione o la guida. Il funzionamento del dispositivo richiede che il conducente soffi in un apposito ugello prima di avviare o continuare a utilizzare il veicolo.

Se il risultato dell’analisi della concentrazione di alcol è maggiore di quella prevista dal costruttore del veicolo o dalla legislazione del paese in cui esso viene utilizzato, il dispositivo impedisce l’avvio del mezzo. Fino a quando non viene effettuato un nuovo test che soddisfi i parametri di concentrazione massima di alcool per poter procedere alla guida. A quel punto, il veicolo può essere messo in moto normalmente.

Impossibile farla franca

C’è una differenza fondamentale tra alcolock e alcoltest, il meccanismo ora usato dalle forze dell’ordine ai posti di blocco per scovare chi ha bevuto troppo. In quest’ultimo caso, infatti, si scopre se si è ormai superato il limite solo in seguito al controllo, mentre nel primo caso risulterebbe impossibile poter guidare. Agire in tempi brevi risulta essere fondamentale. Al momento, infatti, la guida in stato di ebbrezza e l’eccesso di velocità risultano essere tra le cause principali degli incidenti stradali, a volte anche dalle conseguenze fatali.

Qualche dubbio: il dispositivo Alcolock auto è affidabile?

Ci si chiede se i risultati dell’Alcolock possano essere alterati autonomamente da sostanze: essendo un etilometro a tutti gli effetti, non dovrebbero esserci problemi da questo punto di vista, a patto che non vengano effettuate manipolazioni particolari sul dispositivo.
Oltre alle sostanze, bisogna capire se le condizioni climatiche ne possano influire sul corretto funzionamento. La fase di sperimentazione fornirà certamente delle risposte in tal senso.

a cura del Commissario Capo STEFANO BUGLI e del Commissario Principale SALVATORE SIGNORELLI

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