Andiamo al voto con l’innocente ingenuità di un bambino
Un nonno doveva consegnare un asinello ad un villaggio che distava mezza giornata di cammino. Di buon’ora si mette in viaggio con il nipotino di poco più di dieci anni. Attraversano un villaggio e un uomo sulla piazza li deride: “Ma quanto siete stupidi: avete l’asino a disposizione e fate la strada a piedi”. “Forse ha ragione”, pensa il nonno. Carica il nipote in sella all’asinello e riprende il cammino. Ma attraversando un altro villaggio una donna, in modo rozzo, apostrofa il bambino: “Vergognati, scendi da quell’asinello e lascia il posto a quel vecchio disgraziato”. Intimoriti, obbediscono. Il nonno sale sull’asino. Ma al villaggio successivo un altro uomo, dalla barba lunga apostrofa il nonno: “Vecchio senza cuore te ne stai comodamente a cavallo dell’asino lasciando a piedi quel povero bambino”.
Il nonno per non sentire ulteriori storie issa sulla groppa dell’asino anche il nipote. Non l’avesse mai fatto. Dalla piccola piazza del villaggio successivo vengono coperti da improperi da un giovanotto dall’aria saputa e tronfia: “Volete far morire di crepacuore quella povera bestia. In galera dovreste andare!”. Il nonno, sconsolato, guarda il nipote: “Nipote mio, io non so più chi ascoltare: chi ci dice una cosa, e chi il contrario”. Il bambino nella sua innocente ingenuità risponde: “Nonno, ho un’idea: ascoltiamo tutti, ma poi facciamo di testa nostra”. Ho scelto questo aneddoto “leggero” per aiutarci ad attraversare la campagna elettorale con la stessa ingenuità del bambino: ascoltare tutti, valutare tutto, ma, poi, alla fine, decidere con serena autonomia. Da ricordare che il 12 giugno la città è chiamata a eleggere il nuovo sindaco.