Contro la violenza occorre anche la cultura

Assieme ai tanti e positivi segnali di ripresa della stagione estiva si è manifestato anche un fenomeno che ci ha colto di sorpresa.

La movida dei giovani e, ahimè, anche dei giovanissimi, ha dato luogo a manifestazioni di violenza gratuita e irrazionale. Ha impressionato vedere ragazzini e ragazzette perdere ogni controllo di sé, stordirsi di alcool, lasciarsi andare a gesti, atteggiamenti e comportamenti oltre ogni limite di rispetto di sé e degli altri. La città non può essere ostaggio di un gruppetto di ragazzini imberbi in cerca di emozioni sopra le righe. Le reazioni a questo stato di cose sono state tante, alcune comprensibili, altre decisamente al di fuori di ogni ragionevolezza. Ho letto con ammirazione, e perciò la segnalo, quella del presidente dell’associazione jesolana degli albergatori, Alberto Maschio, affidata ad un post di Fb.

Dopo avere invocato l’intervento delle forze dell’ordine ha posto il dito sulla piaga: “Chiediamo che le istituzioni lavorino, ognuno per i propri ruoli e competenze, per creare una cultura del sano divertimento tra i giovani, perché non possiamo credere che un problema sociale si possa combattere a colpi di ordinanze”. Ne sono convinto anch’io e non da oggi. La cultura non è un giocattolo per perditempo, né un club riservato ad una élite. La cultura ha a che fare con i problemi concreti della vita. Vale la pena investirci energie e risorse. Più presto ce ne convinciamo e meglio sarà.

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Assessore poi vice sindaco per una decina d’anni, occupandosi di varie materie,tra cui cultura, turismo ed urbanistica. è stato fondatore e direttore de “La Voce di Jesolo”.

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