Grazie
La stagione, quella estiva, si è sostanzialmente conclusa. Prima che si apra quella invernale – la quale, pur di altro impatto, è ricca di proposte ed emozioni e, soprattutto, di prospettive – mi soffermo per gridare una sola parola: “Grazie”. Grazie agli albergatori, commercianti, ristoratori, pubblici esercenti; ai camerieri, alle signore dei piani; ai gestori di attività di cultura e di divertimento e a tutto quel numeroso esercito, frontale o di retrovia, che è stato, in vario modo, il nostro biglietto da visita per le migliaia e migliaia di ospiti che hanno affollato Jesolo. Qualcuno dirà: ma imprenditori e lavoratori l’hanno fatto per lavoro e sono stati pagati. È vero ed è giusto. Ma il “grazie” guarda oltre allo stretto corrispettivo del servizio reso: non attiene al “cosa”, ma al “come”.
Cioè quel “come” – che il turista percepisce, statene certi – che considera il turista un ospite e non un pollo da spennare, una persona che qui a Jesolo, in mezzo a noi, davanti al nostro mare, è venuta a ricreare una sua dimensione, resa pesante dalle abitudini, dalle preoccupazioni, dallo stress della quotidianità. Per questi ospiti, un sorriso, una battuta, uno scambio di qualche parola, una piccola attenzione valgono assai più di qualsiasi conto di fine vacanza. A tutti costoro che, in tal modo, hanno fatto onore all’ospitalità di Jesolo, “Grazie!”. Comprenderà il senso di questo “Grazie” la stragrande maggioranza degli imprenditori e delle maestranze. Non lo capirà chi ha testa e cuore concentrati esclusivamente sulla calcolatrice: non gli riesce proprio a guardare oltre.