Sindaco: colui che garantisce le cose giuste

L’abitudine ci priva spesso della percezione del bello. Pensate alle parole. Le usiamo a valanga. Qualcuno lo fa perfino nel sonno.

Sono uno strumento con cui noi ci comunichiamo pensieri, sentimenti, saperi e così via. Con le parole si possono fare cose buone. Ma anche malvagie. E tante. Basta andare “dentro” le parole si scoprirne la forza che sta nel loro significato. Qualche esempio. Cosmo. Per noi significa l’universo. Ma per gli antichi, nella loro lingua greca, significava ordine, armonia, bellezza. Da Cosmo, deriva cosmesi, cosmetici. Gli antichi, dunque, l’Universo, il sole, le stelle, il cielo li hanno chiamati bellezza. Geniale, vero? E prendiamo la parola Universo. Per noi indica il luogo dove hanno sede tutti i corpi esistenti. Deriva dal latino versus, dal verbo vertere che significa, volgere e unus che vuol dire unità, il tutto intero.

L’Universo, quindi, tutto ciò che si vede e anche quel che non si vede, si muove verso l’unità, tende ad essere uno. Cosmo e Universo: la bellezza che si muove verso l’unità. Che lo sappiano i signori della guerra? La grande diplomazia? Il mondo della finanza?
Concludo con una parola più vicina a noi: Sindaco. Deriva dal greco (uso per comodità questa grafia) sin che significa con, insieme e dikè che significa giustizia. In origine era colui che garantiva il popolo che fossero fatte le cose giuste. Essere Sindaco è, perciò, un onore ed una responsabilità. Formidabile questo strumento delle parole. Proviamo ad usarle con proprietà e a ragion veduta.

Assessore poi vice sindaco per una decina d’anni, occupandosi di varie materie,tra cui cultura, turismo ed urbanistica. è stato fondatore e direttore de “La Voce di Jesolo”.

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