La “mia” Venezia!
Anonimo Veneziano, il film.
Ecco, se penso a Venezia, la penso con i colori, profumi, sensazioni che si possono trovare nel meraviglioso film con la musica composta da quel grande musicista che era Stelvio Cipriani.
La melanconia, ma anche la bellezza di viaggiare sul vaporetto della linea “1”, quella che percorre tutto il Canal Grande e che, all’epoca del film, parliamo anni ‘70, aveva la prua completamente aperta e tu, in autunno, con la nebbia, facevi il giro da piazzale Roma a San Marco guardando tutti i palazzi che si affacciavano sul Canale.
Sentivi l’umidità penetrarti anche se avevi già il cappotto; ma vuoi mettere la meraviglia di questa città che, all’epoca, già a metà ottobre si spopolava dai turisti e rimaneva completamente in mano al veneziani, ai veri veneziani con qualche eccezione di scrittori, poeti e artisti vari che gironzolavano per le isole della laguna dove, allora, si poteva lavorare nel silenzio quasi più totale (a parte qualche “oihhh” del gondoliere che spuntava dalla nebbia).
Vedevi, mentre ti avvicinavi alla piazza, il fattorino della pasticceria che ci portava al Florian i croissant. Pane e dolci venivano portati rigorosamente in testa da garzoni di bottega in giro per tutta la città, città unica.
Poi entravi al Caffè!
Il primo cliente per gli anni che sono stato lì, era il “Generale”. Un collezionista di monete antiche e, in coppia con il “Dottore”, erano i primi clienti del Florian che, puntualmente, si dividevano la lettura del Gazzettino e del Corriere della Sera. Ma la bellezza, quella vera, di questa meravigliosa città era la sera. In realtà faceva “scuro” (buio) abbastanza presto e si vedevano aggirarsi “strani personaggi” intabarrati; mantelli svolazzanti nella nebbia attraversavano la piazza, quel vedo e non vedo ti dava una sensazione di mistero.
Poi, improvvisamente passavano sotto le Procuratie, i portici, entravano si sedevano al banco e…
“ XE FREDO E GHE XE CAIGO”
“ PAR MI UN MARTINI SENSA OLIVA MA COL LIMON”
“ PAR MI UGUAL”
“ ME RACCOMANDO, VECIO, BEI SECHI”
Mi sembrava di essere in una commedia di Goldoni. Ho passato ore a guardarmi le commedie con Cesco Baseggio per capire veramente cos’era Venezia.
Ora ne facevo parte e i miei Martini hanno fatto parte della storia di questa città: metà anni ’70, all’American Bar del Florian già avevamo (copiato dall’Harry’s) in frigo a -17° per tenere i bicchieri da Martini Cocktail ghiacciati. Poi tenevamo in frigo a – 4° distillati Gin, Vodka e Vermouth Noilly Prat che, ovviamente, servivano per evitare la diluizione nel mixinglass a contatto con il ghiaccio. Vabbè, andiamo a farci un giro, e magari entriamo all’Harry’s per un Martini e per sentire quel profumo di tanti anni fa.