Curiosando sotto gli ombrelloni

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Con l’arrivo dell’estate crescono le curiosità su alcuni fenomeni legati alla meteorologia e non solo. A proposito, lo sapete che anche sotto l’ombrellone ci si può abbronzare? Tutto merito dei raggi riflessi.

Ebbene sì, quasi il 40% dei raggi solari riescono a passare il tessuto dell’ombrellone mentre una buona altra percentuale verrà riflessa dalla sabbia, proprio come se fosse uno specchio. Questo significa che è utile l’ombrellone al mare, ma non vi assicura una difesa massima da tutti i pericoli prodotti dai raggi ultravioletti soprattutto per le pelli chiare o alle prime esposizioni della stagione. Quindi, è consigliabile una buona protezione solare, oltre ad un cappellino per evitare anche colpi di calore

Ma avete mai sentito parlare delle “isole di calore”? In estate, soprattutto nelle grandi città, si crea una sorta di cappa causata da molteplici fattori quali la cementificazione, l’asfalto, l’emissione di gas, gli impianti industriali e, non ultimi, quelli di aria condizionata. Tutto questo viene avvertito soprattutto dopo il tramonto ed in condizioni climatiche particolari, spesso in assenza di vento. Durante la notte c’è il fenomeno dell’escursione termica, al contrario di ciò che accade di giorno con l’irraggiamento e, proprio in quelle ore, tutto il calore assorbito dall’asfalto e dal cemento viene rilasciato in libera atmosfera. I palazzi e le costruzioni in genere, poi, ci mettono del loro in quanto impediscono il ricambio dell’aria. 

Generalmente, l’effetto “isola di calore” può creare condizioni che portano a rilevare temperature mediamente superiori tra gli 0,5 e i 3 gradi rispetto alle zone rurali e di campagna. Il rimedio c’è e si chiama “verde urbano”. Piantare alberi, creare dei polmoni verdi così da evitare la formazione di quelle sacche di calore stagnanti e poter contribuire altresì a migliorare la qualità dell’aria.

Siete ancora in spiaggia? Sapete in cosa potreste imbattervi nelle giornate di caldo intenso? Il “diavolo di sabbia”! La particolarità di questo fenomeno è che si sviluppa anche quando in cielo non vi è nemmeno una nuvola. La sua durata può variare dai pochi secondi a diversi minuti. È causato da un eccessivo surriscaldamento della superficie di un suolo secco e caldo che solitamente genera un mulinello di aria che, per la spinta di Archimede, tende a dirigersi verso l’alto. Un tempo si verificava in zone molto lontane dal mediterraneo come in Arizona ma, con i cambiamenti climatici in atto, ecco che il “diavolo di sabbia” ci mette anche da noi il suo zampino.

Mi chiamo Vincenzo Clarizia, da poco passata la soglia dei 50 anni ma solo all’anagrafe!! Si perché lo spirito giovanile me lo porto dentro da sempre, così come la passione per la meteorologia. Sin da bambino, racconta la mia mamma, preferivo prendere in mano una bacchetta di legno davanti ad una cartina geografica dell’Italia e imitare il grande Generale Bernacca come descriveva le previsioni del tempo alla TV.

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