Pieve di Soligo tra storia, natura e cultura

Non è diventata Capitale della Cultura 2022, ma c’è mancato veramente poco: Pieve di Soligo era in finale ed è stata superata, quasi al fotofinish, dall’Isola di Procida.

Unica città del Veneto in corso per l’ambito titolo, Pieve aveva molte frecce al proprio arco: il suo paesaggio, immerso nelle colline del Prosecco, patrimonio dell’Unesco; la sua storia millenaria; la sua architettura, caratterizzata dalla presenza di numerose ville, come la seicentesca villa Morona ed il coevo palazzo Ciassi, il Centro Balbi Valier, il caratteristico Borgo Stolfi e l’ottocentesco Palazzo Vaccari; la sua cultura, essendo la città che ha dato i natali cento anni fa esatti, al poeta Andrea Zanzotto; non ultima, la sua enogastronomia.

La città era originariamente divisa tra due entità distinte, la Pieve del Trevisan, sulla riva destra del fiume Soligo e la Pieve del Contà, sull’altra sponda, separate anche da un certa rivalità: una realtà, comunque, unica, tanto da essere conosciuta anche come “la perla del Quartier del Piave”, data la presenza, nel suo territorio, di numerosi punti di interesse.

Lungo i due fiumi che la attraversano, il Soligo, appunto, ed il Lierza, si possono, infatti, ammirare scorci naturalistici e storici indimenticabili, apprezzati soprattutto sul far dell’autunno quando tra l’altro si “celebra” il rito dello spiedo, la tradizionale manifestazione culinaria che risale al 1956 e nel corso della quale si cucinano, appunto allo spiedo, centinaia di volatili, oggi principalmente quaglie ma, storicamente, svariati tipi di “osei” da accompagnare ovviamente alla “poenta”.

L’edizione 2017 de “Lo Spiedo Gigante” è addirittura entrata nel Guinnes dei primati.

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