I grandi tesori di Fratta Polesine

Il piccolo comune di Fratta Polesine, in provincia di Rovigo, che conta poco più di 2.500 abitanti e ha un’estensione di 20 km quadrati, ospita alcuni tesori che giustificano ampiamente la visita. Nel centro cittadino, infatti, sorge l’imponente Villa Badoer, progettata da Andrea Palladio nella seconda metà del ‘500. Si tratta di un edificio maestoso, che rispetta i canoni palladiani: il corpo centrale della costruzione ospita la casa padronale con pronao a frontone in perfetto stile classico e, ai lati, sorgono le due barchesse curve, che abbracciano il giardino circostante. L’interno è riccamente affrescato ed è stato recentemente restaurato, tanto da offrire uno spettacolo unico e meraviglioso. La villa è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco ed è completamente visitabile: le barchesse ospitano il Museo Archeologico Nazionale, perché tutta la zona di Fratta Polesine è stata abitata sin dalla più remota antichità ed ha svelato, negli anni, molti reperti anche di epoca preistorica.

A fianco della celebre villa Baoer sorge un altro stupendo edificio, sempre di ispirazione palladiana, Villa Molin-Avezzù e, nel centro del paese, si trovano altri edifici degni di nota, come il Palazzo Cornoldi, Villa Oroboni e Villa Dolfin.

A poca distanza da questi imponenti edifici, si trova una casa singola del ‘700, rammodernata tra il secolo successivo e gli inizi del ‘900, circondata da un bel giardino ove, nei primi anni del secolo scorso, era solito passeggiare, magari in compagnia di un libro, un uomo, che lì era nato l 22 maggio del 1885, destinato a diventare uno dei simboli della libertà in Italia: Giacomo Matteotti, il deputato socialista assassinato dai fascisti il 10 giugno 1924, dopo aver pubblicamente denunciato i brogli del regime. La sua cosa ora è un museo, dedicato alla sua memoria ed a ricordarne l’esempio.

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