Amanda Sandrelli: vivere l’amore
Figlia del cantautore Gino Paoli e dell’attrice Stefania Sandrelli, Amanda Sandrelli è un’attrice di talento e donna dai mille volti.
Nel 1984 Amanda debutta nel cinema con il film “Non ci resta che piangere”, con Roberto Benigni e Massimo Troisi. L’abbiamo incontrata al teatro Vivaldi, in occasione di “Vicini di casa”, uno degli spettacoli della rassegna organizzata dalla città di Jesolo in collaborazione con Arteven, associazione regionale per la promozione e la diffusione del teatro e della cultura nelle comunità venete.
Amanda, non possiamo non citare i suoi genitori: cosa pensa di aver preso da sua madre e cosa da suo padre?
«Da mia madre ho imparato la leggerezza e l’indipendenza, da mio padre ho ereditato la profondità… che a volte rischia di diventare pesantezza!».
Preferisce recitare per il cinema, la televisione o il teatro?
«Il teatro, senza dubbio!».
Ci sono tantissi ragazzi che aspirano a diventare famosi con i loro video messi in rete. Com’è cambiata, secondo lei, la strada verso il successo negli anni?
«Oggi sembra forse più facile, i social possono essere una vetrina in più, ma credo sia attraverso il lavoro vero che si costruisce una carriera».
Lei che rapporto ha con i social media?
«Non sono mai stata su Facebook; ho un profilo che gestisce la mia agenzia, idem per Instagram, dove ho anche un account privato, ma lo frequento molto poco».
Parliamo dello spettacolo “Vicini di casa”. Chi sono Anna e Giulio?
«Anna e Giulio sono una coppia con figlia che sta insieme da tanto, con tanti conflitti irrisolti e tanta insofferenza. Giulio è molto sarcastico ed è un musicista che forse avrebbe sperato in una carriera che non ha avuto, Anna è insoddisfatta e inconsciamente spera che, invitando questi vicini così vivaci sessualmente, qualcosa si smuova».
È stato difficile entrare nella parte di Anna?
«No, non è un personaggio distante da me: ho avuto un matrimonio felice durato diciotto anni e finito con molto dolore ma senza rancori; conosco bene la situazione e mi commuove molto il rapporto con Giulio. A volte è difficile, o impossibile, mantenere in vita un rapporto soddisfacente ed è meglio separarsi; altre volte, invece, con molto impegno, si può salvare l’amore».
Cosa vuole trasmettere al pubblico questo spettacolo?
«Se un messaggio si vuol trovare è che l’apertura vince, non necessariamente attraverso esperienze sessuali così disinibite, ma certamente chiudersi non paga».
Che rapporto ha con gli altri attori della pièce?
«Non avevamo mai lavorato insieme ma tutti ci dicono che si sente un grande affiatamento e ne siamo felici».
Un aggettivo per ognuno di loro?
«Non ho il dono della sintesi! Gigio è molto generoso, anche se poco loquace; sembra calmissimo ma si sente che, sotto la cenere, c’è brace. Alessandra non è competitiva, come me, le piace condividere, come me… insomma, perfetta!
Alberto ha trovato una chiave molto originale e, nello stesso tempo, vera per interpretare il pompiere che dice tutto quel che pensa… Insomma, è una compagnia molto bella».
Lei è più tipo da mare o da montagna?
«Mareeeee! Anche se mi piace sciare, il mare mi manca sempre».
Programmi futuri?
«La ripresa di questo spettacolo e tante altre idee nel cassetto!».