Andrea, destinazione Mister Olympia

Quando lo incontri ti vengono subito due pensieri. Il primo, il più banale, è “mamma mia!”, perché è tanta roba in fatto di muscoli. Il secondo, più profondo, è “quanti sacrifici e quanta fatica avrà fatto per arrivare ad un simile risultato?”

Andrea Presti è un bodybuilder professionista. Originario di Val Camonica, nel bresciano, è figlio di un noto judoka (sport che lui stesso ha praticato) e la sua famiglia, nel 1985, ha aperto una delle prime palestre della zona. Tra i suoi grandi successi, la partecipazione a Mister Olympia 2022. Lo abbiamo incontrato all’Agorà Gym Jesolo, accolto come una star da decine di giovani. Una visita che rientrava nel suo personale tour in giro per l’Italia per promuovere questo sport, soprattutto tra i giovani.

Andrea, perché questa iniziativa?

«Per promuovere questo sport. Questa mattina, ad esempio, ho fatto un incontro nelle scuole dove ho parlato di bodybuilding con un professionista del mio team (in questo caso il dottor Gianluca Curtolo). Ho affrontato temi come la corretta alimentazione, ma anche di problematiche legate alla distorsione dell’immagine di sé stessi. Sono molto orgoglioso del lavoro che sto facendo anche perché dovete sapere che ho trovato le maggiori contrapposizioni proprio all’interno del mondo del bodybuilding; le persone all’esterno sono curiose e partecipano agli incontri, mentre quelle nel nostro settore sembra lo vogliano mantenere chiuso e questo per me è inconcepibile».

Anche perché c’è un interesse di carattere economico…

«Questo è uno sport che non vive di sovvenzioni statali, viene snobbato. Per cui dobbiamo dare una corretta informazione su quello che è e rappresenta, così da creare interesse, anche tra i giovani».

Dà l’idea sia uno sport, il tuo, che insegna disciplina e conoscenza del proprio corpo. E’ così?

«Devo dire che oggi, rispetto a quando andavo io a scuola, vedo una percentuale più bassa di ragazzi in sovrappeso. Questo vuol dire che, a livello culturale, qualcosa sta cambiando. E’ vero, però, che ci sono sempre più episodi di poca accettazione di sé stessi, di ricercare una estetica che vada bene più per gli altri che per sé stessi e su questo stanno avendo un ruolo i social».

Tra i tuoi progetti anche il coinvolgimento delle persone con disabilità.

«E’ da quando sono judoka che lavoro con i disabili. Il bodybuilding è uno sport talmente profondo che coinvolge la persona talmente tanto, che può dare veramente una grossa mano alla formazione di tutti. Guardo alle persone con disabilità, ma anche a chi ha determinate problematiche ad esempio, di carattere sociale. La palestra può diventare un contenitore anche per questo tipo di situazioni, un luogo salutare rispetto allo stare per strada».

Quanto c’è di sacrificio in quello che fai e quante le soddisfazioni che lo ripagano?

«Il sacrificio è tanto, anche perché il bodybuilding coinvolge la persona a 360 gradi: a livello alimentare, nell’aspetto del riposo, nell’aspetto sociale. Io, per farlo, ho rinunciato ad un sacco di momenti di convivialità.

E’ anche vero che io sono la parte più estrema del bodybuilding, perché ho scelto la via dell’agonismo, che è una percentuale infinitesimale rispetto a chi frequenta la palestra e fa questo sport. Per me, comunque, la palestra non è salire su un palco, ma fare un percorso di evoluzione fisica e, di conseguenza, anche mentale».

Tu lavori molto per promuovere questo sport tra i giovani? Ma che dire ad un genitore che ha il figlio che vorrebbe iniziare?

«Come dico anche in un video promozionale, quando un ragazzo decide di intraprendere un percorso di questo tipo, si trova di fronte a due tipi di persone: quelle che tenteranno di dissuaderlo e che non lo appoggeranno; e chi, invece, perché vuole bene a questi ragazzi, ma non conosce questo mondo, tenta di spaventarli. Per questo dobbiamo continuare a promuovere questo sport. La cosa più bella che mi accade è quando sono i genitori a chiedermi la foto per il figlio: per me questa è una grande vittoria».

Come dicevi prima, un percorso culturale da fare all’interno del vostro stesso mondo…

«E’ così. Nel calcio non ho mai visto uno bravo prendere in giro il ragazzo meno capace; purtroppo da noi succede questo. Io questo non l’ho mai tollerato; sono tra chi aiuta chi è più in difficoltà».

Ora l’obiettivo è Mister Olympia…

«Dopo avere assaporato quel palco, sarebbe ipocrita dire che l’obiettivo non sia quello. Cosa si prova? Credo sia come partecipare alle Olimpiadi per ogni atleta. E per chi vive il bodybuilding da ogni punto di vista, anche sociale, è il coronamento di un sogno».

I PROSSIMI IMPEGNI DI ANDREA

Per il 2023 sono previste 29 prove IFBB Pro (International Federation of Bodybuilding & Fitness) tra Stati Uniti/Canada, Brasile, Portorico, Giappone ed Europa. Quindi il Mister Big Evolution Pro, in Portogallo (Estoril) prevista il 9 luglio 2023. La finale del circuito mondiale è prevista dal 2 al 5 novembre 2023, a Orlando, in Florida all’Orange County Convention Center.

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