Effetto Strega
Per la prima volta a Jesolo, appuntamento con lo Strega Tour, con i finalisti di uno dei premi letterari più prestigiosi e conosciuti. Ne abbiamo parlato con Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci, che organizza e assegna il premio.
Direttore, cosa ci dicono i libri candidati al Premio Strega dell’annata letteraria?
«Ci dicono che la narrativa italiana è in salute e ha autrici e autori di grande valore. Ci sono voci interessanti di diverse generazioni, capaci di misurarsi con temi e stili distanti fra loro, raggiungendo un’alta qualità letteraria ma conservando la capacità di parlare al grande pubblico».
Ogni anno il romanzo che vince il Premio Strega diventa uno dei libri dell’estate, entra in classifica e moltiplica le vendite. Esiste un effetto Strega?
«Esiste ed è stato calcolato in modo molto preciso: ogni libro premiato, in media moltiplica per cinque le copie vendute prima dell’assegnazione. Sappiamo anche che è un dato costante nel tempo, almeno da cinquant’anni a questa parte, ma ricordo che la prima volta che il dato è stato registrato risale a molto più indietro, alla vittoria del Gattopardo nel ‘59».

Strega è ormai diventato un brand culturale. Al tradizionale premio si sono aggiunti lo Strega Ragazze e Ragazzi, lo Strega Poesia e quest’anno anche lo Strega saggistica. Praticamente copre tutto l’ambito editoriale. Che valore ha per chi partecipa e per chi lo vince?
«Le nuove sezioni del premio sono state tutte introdotte negli ultimi anni, fino al 2014 esisteva solo il premio di narrativa italiana. Oggi vogliamo essere accanto ai lettori di qualunque età e qualunque genere preferiscano. Ogni riconoscimento è stato pensato e studiato con cura affinché possa avere un suo momento di visibilità durante l’anno. Così come il prestigio che assumono le autrici e gli autori dei libri premiati».
Cosa significa portare gli scrittore a contatto con i lettori, specie in una realtà turistica?
«Il successo di questi incontri dimostra come oggi sia più che mai necessario che le opere letterarie vengano accompagnate per il mondo da chi le ha prodotte. I lettori ricercano un confronto diretto con i loro scrittori preferiti, un dialogo all’insegna dell’autenticità. Questo ha creato una nuova dimensione dell’essere autore: non più solitaria ma comunitaria, dove ci si mette in gioco anche fisicamente. Una dimensione faticosa ma anche immensamente gratificante».
a cura di Giulia Zanichelli