La Biblioteca Comunale, modernità ed efficienza

Punto di riferimento per la crescita culturale del territorio, ha una lunga storia. Legata anche a nomi importanti come quelli di Silvio Trentin e Norberto Bobbio

La Biblioteca Comunale è oggi, con merito, ritenuta il principale riferimento per la crescita culturale del territorio. Ha sede nel cuore del Centro Storico, in un edificio risalente all’inizio del secolo scorso opportunamente restaurato: oltre al consistente patrimonio librario la Biblioteca, organizzata su tre piani, con sale studio e lettura, propone i classici servizi riferiti al prestito libri, audiolibri, riviste, ebook e dvd, affiancati da una ricca emeroteca per la lettura di quotidiani e magazine, ma si occupa anche di organizzazione di eventi culturali sia in sede che nel territorio come, per esempio, incontri con l’autore, happening dedicati alla lettura e altri appuntamenti rivolti alla formazione, alla conoscenza, all’educazione e, più in generale, al sapere. Rendere un luogo di apprendimento frequentato e frequentabile è, probabilmente, uno dei meriti maggiori di chi si occupa della gestione di quella che può essere definita una Biblioteca moderna ed efficiente.

UN PÒ DI STORIA

La Biblioteca di Jesolo, prima di essere trasferita in piazzetta Jesolo, aveva sede in via Pascoli, alle spalle di piazza della Repubblica, all’interno di un edificio attualmente in fase di ristrutturazione. C’erano una sola grande sala per il pubblico ed una piccola stanza da dove Egidio Bergamo, storico direttore oggi ultra novantenne, controllava la situazione e imponeva d’imperio il silenzio assoluto.

BIBLIOTECA: NON TUTTI SANNO CHE…

Proprio nella Biblioteca Comunale, nel 1974, era stato fondato e aveva trovato sede il Centro Studi e Ricerca Silvio Trentin per iniziativa di Raffaello Zannoner, allora assessore alla cultura del Comune, nonché amico di Norberto Bobbio, filosofo del diritto nominato, nel 1984, Senatore a vita dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Dopo aver raccolto e riordinato notizie, lettere, manoscritti e molte testimonianze di chi aveva personalmente conosciuto Silvio Trentin, si giunse alla decisione di convogliare tutte queste preziose informazioni in un unico punto, creando una struttura che non solo sul piano organizzativo, ma anche su quello dello studio e dell’approfondimento, desse garanzie di continuità e scientificità. Oltretutto, la famiglia Trentin aveva saldi legami con il territorio jesolano, dove aveva numerosi possedimenti terrieri: il padre di Silvio, Giorgio, era stato consigliere comunale a Jesolo prima di diventare sindaco di San Donà di Piave.

Il Centro Studi e Ricerca Silvio Trentin si propose come primo obiettivo quello di farsi promotore delle edizioni di opere, in gran parte sconosciute al pubblico italiano, del grande antifascista veneto. L’archivio, oltre ad annoverare numerosi documenti e pubblicazioni inerenti alla figura e all’attività dell’intellettuale veneto, ospitava una notevole raccolta di edizioni originali e testi autografi di Silvio Trentin. La catalogazione elettronica del materiale, terminata nel 2002, ha reso totalmente accessibile il patrimonio documentario presso il sito dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia di Milano. Nel 1975, il centro pubblicò, per la prima volta in Italia, “Dieci anni di fascismo totalitario in Italia – Dall’istituzione del Tribunale speciale alla proclamazione dell’Impero – (1926-1936”). Nello stesso anno si tenne il primo convegno di studi su Silvio Trentin proprio nella Biblioteca Comunale.

Il Comitato scientifico, nella riunione del 7 ottobre 1980 (presidente Zannoner, presenti due ex sindaci di Jesolo, Giovanni Paludetto e Renato Bressan, e i componenti del comitato: Norberto Bobbio, Giannantonio Paladini per l’università di Ca’ Foscari, Alessandro Pizzorusso per l’università di Pisa, Angelo Ventura per l’università di Padova, Moreno Guerrato per il Centro Silvio Trentin, Enrico Opocher per l’Istituto Storico della Resistenza del Veneto, Rita Bison come responsabile amministrativo del comune di Jesolo) decise di pubblicare i lavori di Silvio Trentin per opere scelte e non per opera omnia e furono assegnati ad ogni singolo studioso gli scritti da curare. Gli oneri furono equamente divisi fra le amministrazioni comunali di Jesolo e Venezia.

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