Marco, il Dragondoro

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Al celebre designer il prestigioso riconoscimento, che gli verrà assegnato giovedì 22 maggio, nel corso della “Cena Didattica” che si terrà nella “Sala Grimani” dell’istituto Cornaro.

Il Dragondoro èun riconoscimento istituito dall’associazione culturale monsignor Giovanni Marcato con la collaborazione del Comune di Jesolo, Confcommercio San Donà-Jesolo e Aja. Viene conferito a un cittadino jesolano, per origine o residenza, che abbia fatto onore a Jesolo nei diversi ambiti della cultura, dello sviluppo economico, della ricerca, delle scienze, delle lettere, delle arti, delle attività sportive e attività sociali.

Marco, Cos’hai provato quando ti hanno comunicato la scelta per il Dragon d’Oro?

«Una forte emozione: puoi anche lasciare Jesolo, ma Jesolo non ti lascerà mai. È uno speciale senso di appartenenza, difficile da dimenticare».

Cos’è per te il design?

«Il design rappresenta per me un modo di vivere, uno stile di vita, un’attitudine rivolta alla ricerca e alla sperimentazione. È una chiave per interpretare il mondo e un mezzo attraverso cui perseguire un costante miglioramento personale».

Essere nato in una città di mare come Jesolo e cresciuto in una come Venezia quanto ha influito nella tua crescita professionale?

«A Venezia ho avuto la fortuna di studiare la Cultura del Design, che mi ha fornito solide basi e mi ha permesso di specializzarmi in vari settori. Questo approccio, più ampio e multidisciplinare, è diverso da quello che si adotta nel Regno Unito, dove spesso si tende a concentrarsi fin da subito su una specializzazione, a volte a discapito di una visione più globale».

Lavorare all’estero è: una conquista professionale, una delusione per non potersi esprimere maggiormente in Italia, una grande opportunità per esportare il “made in Italy”?

«Oltre a rappresentare una conquista professionale, lavorare all’estero è sicuramente anche un’opportunità per esportare il Made in Italy, che, a mio avviso, significa soprattutto condividere la propria cultura e i propri valori, ancor prima degli oggetti. È importante, però, sottolineare che questo non riguarda solo l’esportazione di una tradizione nazionale, ma anche l’opportunità di costruire ponti e creare dialoghi interculturali. La vera forza del Made in Italy sta nel suo potere di ispirare e collaborare con altre culture, arricchendo l’esperienza globale attraverso un continuo scambio di idee e valori».

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