Sono Aldo, il bagnino

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Ha iniziato a fare il bagnino negli anni Sessanta, quelli del boom turistico, dei tanti turisti stranieri e della crescita economica. Tanti devono la vita a lui.

Aldo Senno, classe 1934. 90 anni compiuti lo scorso maggio, una vita piena, tanti ricordi, tante emozioni, tanti racconti, dal periodo della guerra, ai 35 anni di lavoro come bagnino nella spiaggia vicino a piazza Aurora. Lo abbiamo incontrato a casa sua, intento, come ogni mattina, a curare il suo orto.

Aldo, buongiorno. Mi può dire prima di tutto quando è nato?

«Sono nato il 24 maggio del 1934, ma all’anagrafe mi hanno registrato il 25. Mia mamma mi ha raccontato che, durante l’era fascista, Mussolini dava 4mila lire di premio se nasceva un maschio il giorno della festa nazionale del Fascismo (il 24 maggio) e, per non darle il premio, mi hanno registrato il giorno dopo».

Com’era qui una volta?

«Da qui al mare era tutta campagna, da piazza Aurora al faro c’erano solo dune di sabbia. Mi ricordo che al faro c’era un hotel e, vicino, una duna (che noi chiamavamo “monterone”) che era più alta del suo tetto».

Ci racconta la sua giornata?

«Mi sveglio sulle 7 e faccio colazione, vado a fare le mie spese in macchina (perché mi hanno rinnovato da poco la patente) e poi curo le mie rose e il mio orto».

Quando e perché ha iniziato a fare il bagnino?

«Era il 1960, io volevo fare il vigile urbano ma lo stipendio era di 50mila lire al mese, mentre i bagnini ne prendevano 90mila al mese per i quattro mesi estivi. Avevo bisogno di soldi in quel periodo per farmi la casa, perché era morto da poco mio papà. D’inverno facevo il muratore, dal lunedì al sabato, e la domenica costruivo la casa».

Com’era fare il bagnino in quegli anni?

«C’era molta disciplina. Avevamo un’ottima preparazione medica fatta in ospedale. Stavamo sempre fuori in mare sulla barca, mangiavamo anche lì, sempre sotto il sole, senza ombrellone (le torrette ancora non c’erano). Però mi sono anche tanto divertito: durante l’ora libera, per esempio, pescavo cappelunghe con la maschera e le pinne. Ho conosciuto tanti personaggi famosi che venivano in vacanza a Jesolo, come il calciatore tedesco Helmut Haller e Miss Germania 1960 ed e ho rappresentato il Veneto durante le Olimpiadi di Monaco del 1972».

Ha salvato tante vite in quegli anni?

«Tantissime. Ricordo che, in una sola settimana di mare burrascoso, solo io ho salvato cinque persone dell’annegamento».

Il segreto per arrivare a novant’anni così in forma?

«Una buona alimentazione, mangio tanta frutta e non conosco alcolici. Bevo ogni sera un decotto di erbe che mi hanno preparato dei frati di San Donà di Piave. Sono andato in bici per tanti anni, facevo gare, poi curo con passione le mie rose e il mio orto».

Autore /

La Rana Che Ride è un’associazione di promozione sociale nata nel 2017, con lo scopo di organizzare attività per bambini e famiglie, residenti a Jesolo o turisti. Proponiamo tante iniziative ludico/ricreative, eventi, laboratori, gite, animazione, durante tutto l’anno.

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