Una vita per la musica

Una carriera straordinaria, per la pianista Gloria Campaner, premiata dalla città con il Dragondoro. Sarà una delle protagoniste del Festival Aqua.

Tante vite, in una vita. Quelle vissute dall’artista di Jesolo. Trent’anni di concerti, letteralmente in ogni parte del mondo. Ed ora la decisione di dedicarsi ai giovani, con il progetto C# See Sharp, teso (anche) ad aiutare i giovani ad affrontare le emozioni di una esibizione. Il 17 giugno sarà nella nostra spiaggia per il Festival Aqua, il cui programma è stato presentato all’hotel Casa Bianca.

gloria campaner

Gloria, cos’hai provato oggi, qui al Casa Bianca, di fronte al “tuo” mare?

«Una grande emozione. Essere in questo hotel, che ricordo da quando era bambina e dove ho fatto i primi concerti. In questo arenile che ho sempre amato. Per questo progetto che sarà dedicato all’ascolto libero, esperienziale, alla natura, alle emozioni, al paesaggio… in compagnia del grande poeta Franco Arminio».

E cosa significa avere iniziato il percorso con C# See Sharp?

«Per me questa è una svolta di una nuova vita, quasi un tuffo nell’ignoto che però mi sembra di avere tracciato e di cui ho una prospettiva abbastanza chiara. Di questo sono felice perché sento che è un momento per me molto importante per togliermi dal palcoscenico per aiutare chi sul palcoscenico ci salirà un domani».

Sai che dalle foto dei tuoi social si percepisce il tuo sorriso, anche dentro di te?

«Sono contenta se mi dici questo. Vengo da un periodo non facile della mia vita e se vedi questa luce in me e questo entusiasmo, ne sono tanto felice».

Torni a suonare a Jesolo, sulla spiaggia in una atmosfera particolare: cosa proverai?

«Nemmeno io posso immaginare cosa succederà, perché saranno delle emozioni estemporanee. Come sempre succede la musica apre dei canali e delle porte che noi stessi non sapremmo aprire con delle altre chiavi. È qualcosa di speciale che si crea quando sei al cospetto di un gesto artistico così profondo e fatto di un linguaggio non verbale. Che dire se non che vi aspetto».

Una città che ti ha insignito del Dragondoro…

«Provo gratitudine immensa, veramente, per questo riconoscimento: ho poche parole perché non me l’aspettavo. Sai, si dice sempre “nemo profeta in patria” (e ci sono tante persone che soffrono un pochino di questo): invece io a Jesolo sono amata, sono accolta, sono voluta bene. Quindi è una gratitudine profonda, sincera, autentica».

Un’ultima cosa: nei tuoi corsi, negli incontri con i ragazzi, hai notato l’aggravarsi dell’emotività che si sta riscontrando in vari campi?

«Assolutamente sì, l’ho riscontrato, anche nell’ambito della musica. Un futuro in cambiamento e quanto mai incerto crea una serie di scompensi emotivi e psicologici che vanno ascoltati perché urlano e chiedono aiuto. Ed io, nella mia posizione, non riesco a tenere le mani su occhi e orecchie di fronte a questo scenario. Spero, nel mio piccolo, di dare il mio contributo per migliorare questa situazione».

Autore /

Sfoglia. Leggi. Ascolta.

Start typing and press Enter to search