Vi racconto le Frecce
Il tenente colonnello Massimiliano Salvatore è il nuovo comandante delle Frecce Tricolori di cui era stato solista. Per la prima volta le guiderà dalla spiaggia di Jesolo, per l’esibizione del 14 settembre.
Da solista a comandante: cosa si prova?
«É sicuramente un cambio di prospettiva e direi anche il completamento di un percorso: alle Frecce si inizia come gregario della formazione, poi si può essere scelti per un ruolo chiave in volo, come quello del solista nel mio caso; infine, il ruolo di Comandante: si vola un po’ di meno, principalmente durante gli addestramenti o per guidare la formazione nei trasferimenti da un luogo all’altro e durante i sorvoli, come spesso avvenuto durante il tour nordamericano che sta caratterizzando la nostra stagione 2024; allo stesso tempo si ha il privilegio di seguire le esibizioni da terra, a diretto contatto con il pubblico, che sa trasmette entusiasmo ed emozioni uniche».
Non le fa un po’ strano vedere gli altri piloti volare, avendo lei stesso provato le stesse emozioni?
«La Pattuglia Acrobatica Nazionale è un team in cui l’individualità sparisce, é un mantra scolpito in ognuna delle nostre menti: ciascuno di noi é un elemento funzionale al risultato del gruppo ed è così anche per il Comandante, che durante il volo di esibizione resta a terra in contatto radio con la formazione per fornire preziosi riscontri a chi sta conducendo il programma acrobatico; io mi sento un tutt’uno con loro anche quando non stiamo volando insieme ed è una sensazione tanto bella quanto appagante».
Come cambiano le responsabilità?
«Le responsabilità cambiano per tipologia e portata: il Comandante è il punto di riferimento per la formazione in volo, ma anche per tutte le donne e gli uomini della PAN, circa cento professionisti che ogni giorno lavorano come una squadra affiatata per rappresentare al meglio i valori e le capacità di circa 40mila colleghi dell’Aeronautica Militare. Questo vuol dire confrontarsi con professionalità e personalità diverse, quindi diventa indispensabile saper entrare in sintonia con ogni membro della squadra, nella sua unicità».
E com’è cambiato il rapporto con gli altri piloti?
«Rispetto e amicizia sono caratteristiche fondanti del rapporto tra i piloti delle Frecce Tricolori e questo aiuta molto nei passaggi di ruolo: avviene quando da gregario si passa a ricoprire una posizione di maggiore responsabilità all’interno della formazione e succede anche quando si assume il ruolo di Comandante. Ho la fortuna di guidare una squadra di ragazzi fantastici oltre che professionisti di livello assoluto».
Cosa significa, per lei, far parte del Pan?
«La PAN è uno dei tasselli che compongono l’Aeronautica Militare: far parte della Forza Armata è un’enorme soddisfazione per chi ambisce a servire quotidianamente il nostro Paese. Farlo indossando lo stemma delle Frecce Tricolori è un ulteriore privilegio, perché aggiunge anche l’elemento della rappresentatività nei confronti di tutti quei colleghi che operano con impegno e professionalità in modo meno visibile del nostro: é sicuramente una responsabilità importante, che però viviamo come un onore e non certo come un peso».
Qual è il rapporto, generale della Pan e suo personale, con Jesolo?
«Per le Frecce penso di poter dire che arrivare alla manifestazione aerea di Jesolo sia come ritrovare un vecchio amico, con cui si condividono tanti ricordi ma che si torna ad incontrare con autentico piacere; lo scorso anno la città ci ha intitolato uno dei suoi accessi al mare, un gesto che ci ha riempiti di orgoglio e gratitudine.
Anche a livello personale Jesolo rappresenta per me quanto detto per la PAN, con l’aggiunta che quest’anno da Comandante potrò godermi appieno il calore del suo pubblico, stando immerso tra i tantissimi spettatori entusiasti; é un momento che non vedo l’ora di vivere».
Quale il “numero” che più la emoziona?
«Posso dire che, da Comandante, restando a terra durante l’esibizione, la chiusura del programma acrobatico con l’alona riesce puntualmente a toccare le mie corde più emotive: il tricolore gigante che colora il cielo, la potenza della voce del maestro Pavarotti e soprattutto l’emozione autentica del pubblico dietro di me sono un cocktail che ogni volta mi regala vibrazioni stupende, capaci di ripagarmi all’istante degli sforzi e dei sacrifici che insieme alle mie donne e i miei uomini affronto per poter offrire quel risultato a chi ci guarda».
Quale l’esperienza più bella vissuta da pilota?
«Ce ne sono talmente tante che potrei fare un’intervista solo su questo. Voglio scegliere, però, l’esperienza che sto vivendo in questo momento, ovvero il North America Tour 2024: riportare le Frecce Tricolori sui cieli di Canada e Stati Uniti dopo ben 32 anni é un risultato che per il nostro Gruppo ha il sapore dell’impresa, e farlo da Comandante di questa squadra formidabile, con il supporto prezioso di tutta l’Aeronautica Militare, é la chiusura di un cerchio per me, una soddisfazione e un orgoglio che porterò sempre nel cuore».