Dove i sogni prendono forma

Ferragosto. Anno 1977 o 1978. Ero vicesindaco e mi invitarono a vedere, dall’alto di un condominio nei pressi di piazza Trieste, i fuochi artificiali di Ferragosto che, come da tradizione, venivano fatti sul mare.

Accettai di buon grado per vedere un bello spettacolo. Dall’alto vedevo una marea di teste. Migliaia e migliaia. Mi giungevano le esclamazioni di stupore… Oh, ooh, oooh! Uno più bello dell’altro, i fuochi salivano, sostavano sospesi quasi per rimirarsi sullo specchio del mare, per poi spegnersi. Applausi, tanti applausi. Mi domandavo.

Ma tutta questa gente, mica solo bambini, ma anche tanti uomini e donne, giovani e  adulti, lavoratori, professionisti, persone semplici, intellettuali, turisti e jesolani, da che cosa è attratta? Qual è il fascino di questi giochi di colori, di scoppiettii, di immagini che s’accendono e, nel batter di un ciglio si spengono? Mi sono risposto che, per un momento, artificiali fin che si vuole, quei fuochi danno forma ai sogni. E ognuno vede i suoi. E per un attimo li ammira in cielo e li rimira specchiati sull’acqua. E anch’io, per un momento, ho immaginato Jesolo come un luogo dove i sogni prendono forma. Follia pensarlo? Può essere. Ma, talvolta, la follia dà il coraggio per le scelte più ardue.

Assessore poi vice sindaco per una decina d’anni, occupandosi di varie materie,tra cui cultura, turismo ed urbanistica. è stato fondatore e direttore de “La Voce di Jesolo”.

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