La “Bellezza” come presidio della “Sicurezza”
La “Bellezza” può essere presidio della “Sicurezza”. Oltre la rima, cos’hanno in comune questi due termini? Provo a spiegarmi.
In questo inizio di stagione gravi episodi – protagonisti ragazzini imberbi – hanno riportato l’attenzione sul tema della sicurezza. Lo sappiamo: le Forze dell’Ordine non sono sufficienti e i rinforzi giungono in ritardo. Ma la nostra sicurezza dipende solo dalla capacità repressiva dei tutori dell’ordine? Se la città potesse contare anche sul senso civico dei suoi cittadini e dei suoi ospiti gli interventi delle Forze dell’Ordine potrebbero essere concentrati sugli episodi più gravi e non su ragazzini ubriachi fradici che perdono il controllo di sé. Ma il senso civico muove i suoi passi in famiglia, cresce nella scuola e continua a maturare in una formazione permanente. Qui chiamo in causa la “Bellezza”. L’Associazione culturale mons. Marcato da due anni promuove la “settimana della Bellezza” nelle scuole.
In ognuna delle due edizione oltre mille ragazzi, con la guida del prof. Filippetti, hanno guardato Giotto e parlato di Dante e della Bellezza. La Bellezza chiama bellezza. Se ci educhiamo al “bello” siamo anche impegnati a promuovere e difendere una città serena e ordinata. Se siamo educati al bello siamo accoglienti e non servili, non andiamo in vacanza forniti di cassette di superalcolici per ubriacarci, siamo ospiti educati e rispettosi e non arroganti e maleducati. Le esemplificazioni potrebbero continuare. Dunque investire sull’educazione delle giovani generazioni e su una formazione permanente è una necessità. Educarci alla Bellezza è una strada. E una sfida.