La difesa dei valori della convivenza. Un compito di tutti
Tutto ci faceva ragionevolmente sperare che, all’inizio di questa primavera, avremmo potuto dedicare le nostre energie a rimettere in ordine la nostra vita dopo lo tsunami della pandemia. Ed in realtà il Covid-19, seppur non l’abbiamo sconfitto, abbiamo imparato a dominarlo grazie al vaccino che i ricercatori con il loro pazientissimo lavoro hanno messo a disposizione dell’umanità. Sia detto senza faziose prosopopee: noi italiani siamo stati esemplari. Ci siamo affidati alla scienza e, con senso di responsabilità, ci siamo vaccinati. Tutti. O quasi. Ma, dice il detto popolare, le disgrazie non vengono mai da sole. Ora siamo alle prese con un’altra durissima prova: la guerra a due passi da noi. Nel cuore della nostra Europa. Inimmaginabile, devastante. Un tragedia che ferisce la nostra umanità. Un sovvertimento che avrà un’onda lunga in tantissimi ambiti.
In un breve spazio di tempo abbiamo dovuto fare i conti con i nostri limiti, con l’illusione della nostra invincibilità, con la pretesa di fare tutto da soli, con la supponenza presuntuosa e arrogante di chi si fida solo di se stesso, con la sete indomabile del potere che inaridisce ogni sentimento fino a eliminare ogni residuo di umanità. “Se questo è un uomo” è il libro di Primo Levi che ora sembra stia andando crudelmente in scena. Pur se provati, ora dobbiamo mettere in campo un supplemento di responsabilità, di forza morale, di coraggio. E di certo li troveremo. E impariamo la severa lezione da questi accadimenti: i valori su cui si regge la convivenza umana non sono mai conquistati una volta per sempre. Ognuno di noi, nel tempo che gli è dato, deve fare la sua parte. Qui a Jesolo, esercitando l’ospitalità con quel tratto che ci ha resi grandi.