La Via del Mare ovvero la “democrazia governante”
Ho iniziato a fare politica attiva quando avevo 17 anni. Era il 1961. Allora il dibattito politico era catalizzato da due problemi. Una nuova sede municipale ed una strada di ingresso a Jesolo. Sulla nuova sede municipale il problema era: dove farla? Ovviamente al Lido – tifavano alcuni – centro vitale dell’economia della città. Non se ne parla nemmeno, ribattevano dal centro storico e dall’entroterra: facciamola al posto delle vecchie scuole elementari, dietro l’attuale biblioteca. Ispirandosi a Salomone qualcuno indicò la soluzione di compromesso: tra il Lido e il centro, poco dopo l’attuale Ca’ Silis. Il tiramolla si protrasse per vent’anni. Il nuovo municipio fu inaugurato alla fine degli anni ‘80.
Sulla nuova strada per Jesolo una prima ipotesi prevedeva un percorso ai bordi della laguna, lungo la via Drago Jesolo e via Cristo Re. Fu bombardata da chi diceva che così il centro del Paese moriva e chi giurava che si sarebbe rovinata la laguna. L’attuale tracciato vide la luce a metà degli anni ‘80. Cioè una ventina d’anni dopo. Capite dove voglio arrivare? Alla Via del Mare. Anch’essa avvitata su discussioni senza fine. Non entro nel merito. Mi limito ad una questione di metodo. È saggia politica, è buon governo una discussione permanente che non approda mai ad una scelta? I problemi hanno bisogno di analisi, approfondimenti, confronti ma – vivaddio – anche di decisioni. Mi hanno insegnato che questo metodo si chiama “democrazia governante”.