L’isola pedonale, il dono più bello di Jesolo ai suoi ospiti
Una sera mi sono gustato l’isola pedonale. Non mi capitava da tempo. Ero nei pressi di piazza Brescia, alle 21, o poco più. L’ora in cui questa lunga passeggiata si fa più intensa e diventa una fantasmagoria di colori, una sinfonia di voci. Mi è passata davanti agli occhi una umanità varia. Giovani e meno giovani. Famiglie. Coppiette che sprizzano amore da tutti i loro pori. Ma anche coppie più avanti nell’età, a braccetto o mano nella mano. A vederli ci si convince, una volta di più, che l’amore non ha davvero età. E poi ci sono loro, i bambini che, indisturbati, giocano con mamma e papà. Non serve che siano tenuti stretti per mano: la strada è tutta per loro. Basta non perderli di vista che ritrovarli tra tutta quella gente diventerebbe un problema.
Insomma, una umanità tranquilla e serena, felice di uno spazio riservato esclusivamente proprio a questo: con-vivere, con-dividere, con-versare che, etimologicamente, significa proprio trovarsi insieme. Penso che uno dei doni più belli che Jesolo fa ai suoi ospiti sia proprio quest’isola pedonale, questo spazio dove si sta insieme senza barriere, senza rituali, senza etichette. Mi vengono in mente le polemiche che ogni anno ne accompagnano l’inizio. Le trovo francamente incomprensibili. La si deve migliorare? Certo che sì! E’ un’isola pedonale “precaria” da quarant’anni. Se qualcuno ci mettesse mano per darle un profilo, un carattere, una funzione precisa e stabile sarebbe davvero benemerito. Quest’isola pedonale dovrebbe raccontare in maniera inequivocabile la nostra idea di ospitalità. Per questo è nata. Giusto quarant’anni fa.