Il ruggito dell’estate

Avete mai visto la criniera di un leone? Sembra somigliare molto all’idea di un sole cocente e aggressivo. Non sarà un caso, quindi, che il periodo più caldo dell’anno venga soprannominato proprio “solleone”. Questo termine, però, ha anche un’origine astronomica ed indica il periodo in cui il sole passa nella costellazione del Leone, cioè dalla terza decade di luglio alla terza decade di agosto, corrispondente generalmente con le giornate in cui la canicola la fa da padrone.

Il termine risale all’inizio del XIII secolo quando persino in dei sonetti alcuni poeti toscani si male auguravano tra loro con degli sfottò del tipo: “gli abiti ti siano pesanti e lunghi come quelli di un eremita e il caldo sia così forte e terribile come quello del solleone”. Con il passare dei secoli, poi, a questo termine sono state associate diverse etimologie bizzarre e colorite come, ad esempio: non uscite sotto il solleone, le persone si ustionano in spiaggia al solleone, oppure con la calura suprema si boccheggia per il solleone.

L’estate 2023, fino ad ora ci ha risparmiato, alternando a brevi fasi calde, periodi di refrigerio con diverse perturbazioni atlantiche.

Sia il mese di maggio che di giugno, si sono dimostrati molto generosi in termini pluviometrici; pensate che la quantità di pioggia caduta equivale già a tre quarti di quella complessiva del 2022.

L’estate è ancora molto lunga e ci auguriamo per il prosieguo che i pennelli solari mantengano una certa clemenza e che qualche piovasco riesca a dissipare il famigerato “ruggito del  solleone”.  

Mi chiamo Vincenzo Clarizia, da poco passata la soglia dei 50 anni ma solo all’anagrafe!! Si perché lo spirito giovanile me lo porto dentro da sempre, così come la passione per la meteorologia. Sin da bambino, racconta la mia mamma, preferivo prendere in mano una bacchetta di legno davanti ad una cartina geografica dell’Italia e imitare il grande Generale Bernacca come descriveva le previsioni del tempo alla TV.

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