Il tempo che cambia

Cambiano le mode, le nostre abitudini, gli stili di vita, il contesto sociale ed anche il clima. Nella storia del pianeta i cambiamenti climatici ci sono sempre stati ma il surriscaldamento a cui assistiamo negli ultimi decenni è anomalo, soprattutto perché causato dall’uomo e dalle sue attività, il cosiddetto effetto serra antropico che va ad aggiungersi all’effetto serra naturale. Tutto questo incide sugli eventi meteorologici estremi, cioè quei fenomeni particolarmente violenti ed intensi in grado di provocare gravi danni sia all’ambiente che alla popolazione, non ultimo ciò che è accaduto nei giorni scorsi in Emilia Romagna.

Questi eventi possono essere localizzati e di breve durata, come nel caso dei nubifragi le grandinate o le trombe d’aria, oppure più lunghi e duraturi come le ondate di calore o periodi di siccità. Negli ultimi anni questi fenomeni, un tempo rari e, soprattutto, frequenti solo ai tropici, stanno interessando luoghi del tutto nuovi come il mediterraneo. In gergo vengono, per l’appunto, definiti “Medicanes” intensi sistemi di bassa pressione simili ai cicloni tropicali, caratterizzati da un centro “detto occhio” dove in senso antiorario ruota della nuvolosità convettiva che provoca forti temporali e venti spesso impetuosi.

Ma cosa causa tutto questo?

Ecco qui subentrare diversi fattori: il riscaldamento dei mari, l’aumento dell’umidità e delle temperature medie di quasi 2 gradi. Si formano, quindi, nei nostri mari e col loro movimento acquisiscono energia che scaricano non appena raggiungono la terra ferma con fenomeni intensi e pericolosi.

Ma l’uomo è preparato a questi fenomeni?

Verrebbe da dire di no. Purtroppo se ne parla subito dopo le tragedie ma, poi, ci si dimentica facilmente e, soprattutto, non c’è ancora la giusta cultura meteorologica e le allerte meteo vengono tante volte considerate non con la giusta importanza.

A breve finalmente verrà approvato il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, nato per fornire un quadro di indirizzo nazionale per l’implementazione di azioni finalizzate a ridurre al minimo i rischi derivanti dai cambiamenti climatici.

La speranza è che si agisca in fretta, perché si dice “chi ha tempo non aspetti tempo”! 

Mi chiamo Vincenzo Clarizia, da poco passata la soglia dei 50 anni ma solo all’anagrafe!! Si perché lo spirito giovanile me lo porto dentro da sempre, così come la passione per la meteorologia. Sin da bambino, racconta la mia mamma, preferivo prendere in mano una bacchetta di legno davanti ad una cartina geografica dell’Italia e imitare il grande Generale Bernacca come descriveva le previsioni del tempo alla TV.

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