Ogni bottiglia ha il suo nome
Le forme e il colore delle bottiglie di vino possono sembrare solo ed esclusivamente dei contenitori, più o meno carini, più o meno attraenti, veicoli d’immagine che caratterizza o distingue un produttore o una etichetta. Parzialmente vero. Si fa risalire al XVIII Secolo la produzione della prima bottiglia in vetro, bassa e panciuta, contenitore ideale per il vino, ma molto fragile. L’evoluzione della produzione del vetro ha permesso la creazione di diversi formati e diversi colori. Vetri a tonalità verde più adatti a conservare vini bianchi. Tonalità marrone o, addirittura, neri per i vini rossi. Solitamente bianchi per i vini rosati, dove le nuances del rosa sono messaggi di richiamo per questi vini.
Ma le forme? Sono i territori d’origine e le tipologie dei vini prodotti in tali territori a determinarne la forme. La Bordolese, con spalla pronunciata, ideale per rallentare il sedimento di questi grandi vini rossi durante la decantazione. La Champagnotta, spessa e robusta, con il fondo molto rientrante a compensare la pressione della carbonica dei vini spumanti. La Renana e l’Alsaziana dalle lunghe forme affusolate destinate ai vini bianchi. Il Fiasco, non più usato nel Chianti, ma la cui forma permetteva la costruzione di cataste solide per il trasporto sui carri di allora.









