Portobuffolè, così piccolo, ma così grande di storia e bellezza
Il Comune più piccolo della provincia di Treviso, sia per estensione che per numero di abitanti (poco più di settecento…), si chiama Portobuffolè e può fregiarsi dell’insegna dei “Borghi più belli d’Italia” e della bandiera arancione del Touring Club.
Pur risalendo al III secolo a.c. ed essendo passata sotto le dominazioni romana, francese e austriaca, il borgo rivela il suo strettissimo legame con la Serenissima, le cui architetture e la cui storia richiama ad ogni angolo.
Entriamo nel piccolo centro urbano attraverso Porta Friuli, sormontata dalla grande effige del Leone di San Marco e percorriamo stradine e viuzze del borgo, ammirando gli edifici civili e religiosi che caratterizzano l’abitato. Tra i primi segnaliamo la casa di Gaia da Camino, poetessa italiana del XIII secolo, divenuta oggi Museo del ciclismo; la Torre civica, sopra palazzo Zanutto Maccan; la dogana, il monte di pietà e la loggia comunale; il duomo di San Marco, già sinagoga ebraica, è invece l’edificio religioso principale.
Questo gioiello dell’architettura tardo medievale e rinascimentale, oggi quasi disabitato, cambia completamente volto ogni seconda domenica del mese, quando il centro viene letteralmente invaso da centinaia di bancarelle sulle quali espositori che arrivano da ogni parte d’Italia e dall’estero, mettono in vendita oggetti d’antiquariato, curiosità, bric a brac, libri, cimeli di guerra e chi più ne ha, più ne metta.
Anche in mezzo alla folla, intenta a passeggiare tra portici e calli, ammirando oggetti preziosi o carabattole da soffitta, il piccolo borgo non perde nulla del suo incredibile fascino antico ma sempre più attuale, perché ci ricorda chi siano e da dove veniamo.