Respiro, dunque sono
Possiamo vivere per giorni senza mangiare e bere ma appena pochi minuti senza respirare. Il processo della respirazione viene descritto come uno scambio di sostanze gassose. Nei polmoni il sangue cede all’aria anidride carbonica e ne riceve ossigeno. Lo yoga sostiene però che oltre all’ossigeno noi assorbiamo dall’aria qualcosa di più: un’energia sottile, chiamata prana, con la quale ci carichiamo a ogni atto respiratorio. È difficile definirla con formule chimiche o osservarla con strumenti scientifici. Basti pensare alle sensazioni entrando in un luogo che per molto tempo era rimasto chiuso. Se analizzassimo quell’aria, scopriremmo che l’ossigeno è presente nelle solite proporzioni, ma allora perché ci si sente soffocare o si ha la sensazione di respirare un’aria “morta”.
La risposta è perché manca di prana, di energia vitale. Al contrario in riva al mare quando respiriamo a pieni polmoni subito ci sentiamo pervadere di vitalità, non soltanto per l’aria pulita e fresca, ma soprattutto perché inaliamo prana. Attraverso la pratica di tecniche respiratorie, Pranayama, possiamo imparare a controllare il respiro migliorandone la qualità ed agendo in maniera positiva sull’intero organismo. Quando il respiro è ansioso e superficiale anche la mente è agitata. Quando il respiro è tranquillo anche la mente si rasserena seguendo il respiro.