La storia siamo noi

La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.

G.G.Márquez

Ognuno di noi, quotidianamente, si narra rispetto ai gesti che compie, a ciò che gli succede. Quello che facciamo è costruire un racconto simile alla storia di un libro o di un film. Raccontare è un’azione che facciamo fin da piccoli, da quando comincia il nostro senso di sé e possediamo solo pochi vocaboli per dire qualcosa di noi. Ci raccontiamo non solo attraverso le parole, ma anche con il nostro modo di fare. Il sé è il prodotto di un PROCESSO NARRATIVO in cui si combinano ciò che ci accade con quello che ci raccontiamo.

Raccontarci ci permette di capire, di riflettere, di definirci dando un senso a ciò che siamo e al nostro sentire. Anche quando perdiamo il senso della nostra esistenza o viviamo momenti difficili è proprio e solo all’interno della nostra storia che possiamo affrontarli. Dare un significato a ogni esperienza è un bisogno naturale del cervello. La storia che narriamo sarà più adattata o artificiale a seconda del proprio modo di essere e delle emozioni che ci dominano in quel momento. Basta essere dominati da emozioni a valenza negativa per distorcere la realtà.

Nel film Inside Out 1, una delle più grandi preoccupazioni di Gioia era evitare che Tristezza toccasse i ricordi della protagonista per non rovinarli.

Di fatto, il cervello è selettivo e tende a deformare ciò che vede in base all’umore e alla personalità. Quindi, al di là di ciò che succede, la cosa più importante è come lo INTERPRETIAMO. Siamo selettivi riguardo le cose che ricordiamo e quelle che scordiamo. E le emozioni collegate ai ricordi possono cambiare nel corso del tempo. Ad esempio, oggi posso raccontare con tristezza un episodio vissuto come un fallimento, pensando a quanto sia stato brutto e alle conseguenze negative che ha avuto.

Ma forse domani tornerò sullo stesso ricordo con compassione e simpatia verso la persona che ero, e ripensandoci mi accorgerò che in fondo non era successo nulla di grave. Realtà e percezione della realtà non sono quasi mai sulla stessa lunghezza d’onda, neanche quando riguardano i fatti della nostra vita. Pensando alla nostra storia non facciamo altro che ricostruire il passato e immaginare il futuro così da dare alla nostra vita unità, significato e speranza perché in fondo raccontarsi è terapeutico.

È una psicologa clinica, psicoterapeuta sistemico – relazionale, mediatore familiare e terapeuta E.M.D.R. Svolge la libera professione a Jesolo, oltre all’attività di consulenza e terapia rivolta al singolo, coppia e famiglia, si occupa di formazione in collaborazione con Enti pubblici e privati. Si occupa anche di supervisione e coordinamento di strutture per l’infanzia 0-6 anni. Per scrivere a Petra Visentin: petravisentin@gmail.com

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