Questione di punti di vista
La credenza che la realtà che ognuno vede sia l’unica realtà è la più pericolosa di tutte le illusioni.
P. Watzlawick
La realtà NON è quella che noi vediamo, sentiamo, odoriamo, tocchiamo, … La realtà fisica, infatti, è inaccessibile e tutto ciò che sperimentiamo è frutto dell’elaborazione del nostro cervello. Se dico “tazza”, quella che avrò in mente sarà simile, ma diversa dalla vostra immagine. Un po’ come per le immagini illusorie, per esempio c’è chi vede un coniglio e chi vede il becco di un’anatra. Chi ha ragione? Entrambi. Così anche nella vita, ovvero una stessa realtà può essere vista da angolature diverse.
E non c’è una visione giusta ed una sbagliata, c’è solo un’ESPRESSIONE DI DIFFERENZE.
Più si va in alto nel processo di elaborazione della realtà, più il significato soggettivo della stessa prende piede. La bellezza di un’opera artistica sta proprio nella capacità di arrivare al cuore di ognuno in modi diversi e personali o di lasciarci totalmente indifferenti. La realtà oggettiva c’è ed è indiscutibile, ma è come un quadro di cui scegliamo i colori e in cui noi vediamo un fiume e l’altro vede un ruscello. Senza che ce ne rendiamo conto passiamo la nostra esistenza ad affinare un’interpretazione personale della realtà. Ogni aspetto di quello che vediamo svolgersi davanti a noi viene preso in considerazione da un personale punto di vista che potremmo definire la risultante di tutto quello che compone il nostro modo di essere.
In ogni momento, quindi, vediamo la realtà a seconda del bagaglio di esperienze, della disposizione genetica e biologica e di quello che riusciamo ad immaginare nell’atto di comporre le opinioni personali. La cosa straordinaria è che se entriamo in relazione con una persona, e al termine dello scambio riusciamo a vedere sia il “coniglio” che l’”anatra”, allora quell’incontro ci avrà arricchito. Da quel momento non riusciremo più a non vedere ciò che prima ci era invisibile, di fatto cambiare il punto di vista ci porta a cambiare la realtà.
Come affermava Marcel Proust, “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuovi territori, ma nel possedere altri occhi, vedere l’universo attraverso gli occhi di un altro, di centinaia d’altri: di osservare il centinaio di universi che ciascuno di loro osserva, che ciascuno di loro è”.
Note: suggerisco il video Cuori neri, Picche rosse (spezzone film Interstate 60).