Il Bellini? Ve lo portiamo a casa, in bottiglia

La storia della famiglia Canella, che si è… reinventata l’aperitivo più famoso al mondo

Tutti conoscono il Bellini. A base di vino bianco frizzante e polpa di pesca (rigorosamente bianca) frullata, venne creato negli anni Quaranta da Giuseppe Cipriani, fondatore dell’Harry’s Bar. Si narra che lo chiamò in questo modo per via del colore che gli rammentava la toga rosata di un Santo in un dipinto del Bellini per l’appunto. E tutti siamo ormai abituati a trovarci le bottiglie di questo aperitivo, praticamente in ogni bar ed in ogni supermercato.

Ma forse non tutti sanno che… l’idea di imbottigliare il Bellini fu di tale Luciano Canella alla fine degli anni Ottanta, fondatore dell’azienda vitivinicola che porta il suo nome, conosciuta in varie parti del mondo. Azienda che è, come la famiglia Canella, di San Donà di Piave, dove ci sono le coltivazioni delle famose pesche bianche, fondamentali per la ricetta. E il buon Luciano iniziò proprio portando il vino a Jesolo, negli anni Sessanta, intuendo le straordinarie potenzialità del turismo, anche in ambito vinicolo. Ed ebbe ragione.

Ripercorriamo i passaggi salienti della sua storia.

1947 – L’inizio

Tutto ebbe inizio nella storica Osteria Forte del ’48 di San Donà di Piave. Qui il giovane Luciano Canella viene incaricato da sua madre Giovanna, proprietaria di un’osteria a San Donà di Piave, di fornirle del vino da servire ai suoi clienti. A quel tempo, la scelta non era per nulla vasta, e Luciano pensò di mettersi in prima persona a creare un vino leggero e beverino. Si fece regalare delle vecchie bottiglie di spuma dal tappo meccanico da un produttore locale, e le riempì di vino, spumantizzandolo e dolcificandolo artigianalmente.

1948 – Le prime bottiglie

Le prime bottiglie cominciarono da subito ad attirare nuovi clienti nell’osteria della madre e anche gli altri ristoratori locali si interessarono a questi nuovi vini, leggeri e frizzanti. Così Luciano iniziò la produzione delle sue primissime bottiglie etichettate.

1952 – Il primo team

Nel 1952, Luciano si rese conto che da solo non riusciva più a produrre un numero sufficiente di bottiglie. Costruì, quindi, la sua prima cantina a San Donà di Piave e formò la sua prima squadra.

1958 – La diffusione

I primi vini Canella cominciarono ad essere presenti nei migliori ristoranti della zona ed il giovane Luciano già negli anni ’60 capì l’importanza del “testimonial”. Tra i primi, il grande Vittorio Gassman.

1958 – Il marchio

Oltre al concetto di testimonial, piuttosto futuristico per l’epoca, Luciano esplorò anche il mondo di quello che oggi si potrebbe chiamare branding e marketing. Da subito decise che vicino al cognome Canella c’era il bisogno di un logo, perciò trasformò la “C” di Canella in un cameriere che serviva del vino. Questo logo, modernizzato, si trova tuttora in tutte le bottiglie Canella.

1964 – La pubblicità

Canella crede da subito nella forza della pubblicità. Tra i primi cartelloni, quelli posizionati lungo la strada che i turisti di lingua tedesca facevano per il ritorno dalle vacanze e dove un furgone Canella si posizionava per la vendita del vino.

1988 – Il Bellini

Luciano ha l’intuizione della sua vita: preparare ed imbottigliare il Bellini, il già famoso aperitivo veneziano. Da subito l’idea ha un grande successo e permette all’azienda di aprire le porte a molti mercati internazionali. Bellini, infatti, è un aperitivo delicato e dal basso contenuto alcolico erappresenta al meglio la dolce vita italiana. Luciano riconosce che, per rappresentare all’estero un aperitivo italiano così iconico, ha bisogno di riproporlo nel modo più fedele e vicino alla ricetta originale. Da qui, nasce l’idea di piantare il proprio pescheto a San Donà di Piave, da dove provengono una parte delle pesche bianche che tuttora vengono utilizzate per la preparazione del nostro Bellini

1991 – I fratelli e Venezia

Alessandra, Lorenzo, Nicoletta e Monica portano avanti con entusiasmo e passione l’azienda di
famiglia. Viene stretto un accordo con il comune di Venezia per utilizzare il marchio di Venezia scelto da Philppe Stark sulle bottiglie di Bellini, e da quel momento Bellini diventa protagonista di tutti i più importanti eventi, dal Capodanno in Piazza S. Marco, alla Festa del Redentore.

2017 – Arriva anche la terza generazione

Tommaso, figlio di Lorenzo e primo rappresentante della terza generazione, si unisce al resto della famiglia nella conduzione dell’azienda. Tommaso che ha già vinto un importante premio alla Mundus Vini, per “Lido”, il Prosecco Rosè, di cui si è occupato dell’etichetta e del packaging.

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