Cortellazzo, il Piave e la Laguna del Mort
Itinerario: Jesolo – Cortellazzo – Eraclea Mare – Jesolo
Difficoltà: media
Lunghezza: 44 km
Dislivello: 40 mt
Attrezzatura: MTB – Gravel bike – E-bike
Una fantastica ciclo-escursione verso Est. Si passa per la ciclabile del centro di Jesolo Lido e, dopo piazza Milano e piazza Torino, attraversando la pineta di Jesolo, si raggiunge Cortellazzo, piccolo centro di pescatori con il suo mercato del pesce, rivolto sulla foce del fiume Piave, famoso per le vicende belliche della Grande Guerra. Percorriamo un tratto di strada asfaltata sopra l’argine del fiume, ponendo molta attenzione alle auto che ci affiancano. Dopo qualche chilometro attraversiamo il fiume sul ponte di barche galleggiante ed entriamo nel territorio di Eraclea; costeggiamo il canale e il piccolo centro abitato e, alla prima svolta a sinistra, saliamo il cavalcavia, per poi scendere verso un’azienda agricola che lasciamo sulla nostra destra, passando dall’asfalto allo sterrato, attraverso l’argine del canale Revedoli si entra nell’area protetta della “Laguna del Mort”. Un’oasi naturalistica di rara bellezza originatasi agli inizi del ‘900 da una piena eccezionale del fiume Piave, che abbandonò il suo vecchio alveo per crearsi un nuovo percorso verso il mare.
La laguna altro non è che il braccio finale del Piave che correva perpendicolare alla linea di costa per circa 3 Km; nel 1935, dopo una fenomenale piena, il fiume ruppe gli argini nel punto in cui curvava verso nord-est, raggiungendo direttamente il mare, occludendo con l’apporto di sabbia e fango il collegamento fra questo e il tratto morto del Piave dando così origine alla piccola “Laguna del Mort”. I sentieri da seguire sono diversi, sia all’interno della pineta, con ottimi singletracks, per i più esperti, che all’esterno verso la laguna a filo d’acqua attraverso una serie di passerelle. Nella parte finale usciamo sulla pineta di Eraclea Mare costeggiando la spiaggia; proseguiamo all’ombra dei pini, per poi ritornare verso l’asfalto della strada; risaliamo nuovamente il cavalcavia riportandoci sulla via che costeggia il canale Revedoli.
Attraversiamo nuovamente il Piave sul ponte di barche per far ritorno a Jesolo passando per la bella pineta jesolana.

PILLOLE DI BICI
La classica bici è formata da 8 tubi, collegati tra loro da saldature e giunzioni. Si creano così due grandi triangoli, il più grande formato dal tubo orizzontale, dal tubo piantone e dal tubo obliquo, il secondo, doppio, formato dai foderi verticali e dai foderi orizzontali. Le taglie delle bici da fuori strada ripercorrono quelle dell’abbigliamento, XS(45-47), S(48-51), M(52-56), L(56-59), XL(59-62) e per bici strada tra parentesi, sono definite dalla lunghezza del tubo piantone, che porta il reggisella, e dal tubo orizzontale. Quando si acquista una bici oltre all’estetica è fondamentale pensare anche alla taglia. Una bici troppo piccola o troppo grande può rivelarsi molto scomoda e faticosa nella pedalata, può trasformare il piacere di una corsa in un vero e proprio tormento.
Anche le geometrie e gli angoli tra i tubi influiscono sulle sollecitazioni dirette alle braccia e a tutto il corpo. La scelta dei materiali che compongono un telaio, di solito, contribuiscono ad assegnare le caratteristiche di una bici. L’ACCIAIO è il più pesante ma il più flessibile, attutisce meglio i colpi e le vibrazioni, soprattutto su bici non ammortizzate. L’ALLUMINIO è il più diffuso, il più leggero, ma un pò rigido, per questo trasmette maggiormente le sollecitazioni. Il CARBONIO determina un’ottima leggerezza e una buona capacità di assorbimento delle vibrazioni, pur essendo abbastanza rigido. Il top il TITANIO rappresenta quasi tutte le caratteristiche positive dei precedenti, ha solo un inconveniente il prezzo…..e felici in bici!