No hand, no legs, no problem.

Josh è un ragazzo di Maui che fa surf. Troppo semplice e sappiamo che la vita non è quasi mai semplice come sembra.Infatti, anche per una spensierata come la sua, trascorsa a fare snowboard e a divertirsi con gli amici, arriva il momento della svolta. Una serie di incidenti sulla neve portano Josh a diventare dipendente dagli antidolorifici. La situazione si complica quando, a causa di alcune infezioni, nel 2012 subisce un’importante intervento al cuore. Rientrato a casa però, una nuova infezione lo porta in coma e, in seguito ad una grave mancanza di flusso sanguigno, i medici sono costretti ad amputargli gli arti inferiori ed entrambe le mani.

Josh ha così dovuto imparare ad adattarsi alla sua nuova disabilità. Dapprima ritenta con lo snowboard. Poi scopre il fascino di un’altra tavola: il surf. Ed è amore a prima vista. Per seguire questo amore si trasferisce alle Hawaii e, da allora, fa parte della squadra paralimpica di surf. Oggi vive tra sport ed impegno per la salvaguardia ambientale. Una rinascita difficile ma anche piena di nuove opportunità.

Josh, com’era la tua vita prima dell’amputazione?

«Sono cresciuto facendo snowboard a Jackson e mi sono innamorato degli sport estremi. Ho trascorso la gioventù scalando montagne. Ho sempre amato il contatto con la natura e l’aria aperta».

Come sei entrato in contatto con il surf adattato?

«Dopo essermi trasferito a Maui nel 2017. Un’organizzazione, la Adaptive Maui, aiutava le persone con disabilità a connettersi con questo sport. Già il primo anno ho fatto quasi centro gare e sono stato invitato nell’Hawaii Adaptive Surf Team».

Come ti senti quando surfi?

«Incredibilmente libero, come se tutta la mia anima volasse completamente sull’acqua. In quei momenti mi sento profondamente connesso con la natura. L’oceano è vivo, cambia e si muove con le maree, ed esserne immersi ci fa sentire parte di un universo magico ed affascinante».

Cosa significa per te gareggiare?

«Sono enormemente spinto a vincere. La competizione con così tanti altri abili atleti risveglia il guerriero che è in me. Vincere sulle onde è un po’ come vincere nella vita».

Com’è nato il tuo impegno per il rispetto della natura?

«Mi addolora vedere le difficoltà alla terra causate dall’uomo e dal suo inquinamento. Sento che siamo responsabili per le generazioni future. La vita sulla terra è un bellissimo dono e non va sprecato. Nel mio cuore credo che questo meraviglioso pianeta blu sia benedetto dall’acqua, abbiamo il dovere di  prendercene cura insieme».

Parlaci dei tuoi progetti futuri e degli impegni attuali.

«Tra l’estate e l’autunno sono in tour per l’America con competizioni di surf adattivo. Ho anche lavorato a un film documentario che uscirà fra non molto e intitolato “Finding True North”. Spero davvero che questo film possa aiutare anche solo una persona a cambiare la vita in meglio. È uno sguardo profondo e onesto sulla mia storia e sulle lotte per liberare la mia anima. Mi sento davvero benedetto e spero che le persone possano capire perché amo il surf e l’oceano».

Cosa vorresti dire al futuro Josh?

«Ogni momento è un buon momento per ricominciare. Non rinunciare mai ai tuoi sogni».

è una donna disabile, orgogliosamente disabile viene da dire conoscendola, perché lei con molta sincerità dice: «La mia vita sulle ruote non è troppo male, anzi». Se c’è qualche cosa che non le piace è la mancanza di conoscenza da parte delle persone, che finisce per causare grandi difficoltà. Ironica, intelligente e molto sensibile, Emanuela racconterà a Vivijesolo com’è la sua vita da disabile, tra episodi divertenti e altri scomodi: perché tutto potrebbe diventare un po’ più facile se solo ci fosse un minimo di accortezza da parte di tutti. Per scrivere a Emanuela Bressan: soloabili@yahoo.it

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