Il mondo dei vini macerati
Negli ultimi anni si è vista la presenza sempre più importante dei vini ottenuti con macerazione. Molti sono gli ambiti nei quali questi prodotti vengono collocati: “orange wine” dal caratteristico colore che assumono i vini prodotti con vitigni a bacca bianca; “vini ancestrali” facendo riferimento all’origine storica che deriva da sistemi produttivi ancora in essere soprattutto in Georgia; “vini naturali” per mettere in evidenza l’uso minimale sen assente di processi di filtrazione e di lieviti selezionati. Sicuramente sono dei vini con caratteristiche organolettiche decisamente particolare.
Sin dal colore presentano tonalità che non li colloca né fra i vini bianchi, dove il paglierino è tonalità dominante, ne fra i vini rossi dove il rubino e il carminio caratterizzano le sfumature cromatiche. Il naso è molto spesso “difficile” e a volte poco pulito. Le lunghe macerazioni sulle bucce e vinaccioli, durante la fermentazione alcolica, portano ad estrarre note aromatiche complesse che necessitano di lunghi periodi affinamento. Da uno a tre o più anni di affinamento, solitamente in anfora, ne determinano un profilo olfattivo molto complesso. Le note fruttate e agrumate lasciano spazio a note di frutta macerata, a spezie orientali e sentori lacca e idrocarburi.
Sicuramente un mondo complesso dove la ricerca del “naturale” quasi in contrapposizione alla sempre più evoluta tecnologia enologica ha determinato la nascita di un nuovo mercato, interessante e da scoprire, con un occhio attento e disincantato. La cartina di tornasole alla fine è sempre quella: se la bottiglia la finisci il vino aveva piacevolezza ed attraenza. Come dice Mauro Lorenzon: ”andiamoci a fondo, pescando nel torbido, per vederci chiaro”.