Si fa presto a dire Brut

Le Bollicine, termine popolare per indicare gli spumanti, godono di grande favore e richiesta nel periodo estivo. L’effetto rinfrescante ed appagante di un vino spumante, dove la stimolazione tattile del perlage si unisce alla freschezza acida, trova in questa stagione il momento di maggiore richiesta. Non sempre, però, è facile muoversi nelle varie tipologie. Territori diversi e metodi diversi di spumantizzazione oltre a combinazioni di vitigni offrono un panorama vastissimo, sia nazionale che internazionale. In comune, però, tutti questi spumanti hanno in etichetta una indicazione relativa al grado di residuo zuccherino. Quella “pozione magica” che viene aggiunta al termine della spumantizzazione, la liquer d’expedition o dosaggio che dir si voglia, caratterizza e determina l’indicazione in etichetta.

Brut Nature, con meno di 3 grammi di zucchero per litro è il più secco, il Pas Dosè. Extra Brut, meno di 6 grammi che possono far percepire una leggera morbidezza. Brut, meno di 15 grammi, il più diffuso, forse il più equilibrato. Extra Dry, da 12 a 20 grammi, ideale per evidenziare profumi e morbidezze nei Prosecco. Dry, tra i 18 e i 35 grammi, decisamente amabile, da pasticceria non troppo dolce. Demi Sec, dai 33 ai 50 grammi litro, spumante da dolci con frutta. Dolce, oltre i 50, classico Asti Spumante da dessert. Una parolina, o due, che ci possono aiutare nella scelta del livello di morbidezza, di rotondità che preferiamo incontrare nel nostro spumante.

Sommelier professionista

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