Angelo Striuli e il Giro d’Italia
Ho incontrato Angelo Striuli a Musile di Piave per farmi raccontare il suo rapporto con il Giro d’Italia. Angelo è un manager sportivo e organizzatore di grandi eventi, da parecchi anni è consulente di Rcs Sport per il Giro, nello specifico si occupa degli Arrivi di Tappa. E’, dunque, la persona più adatta a raccontarci la tappa di 192 chilometri che arriverà a Caorle (passando per Jesolo) il 24 maggio prossimo.


Recentemente è stato presentato il Giro n° 106 che avrà tre tappe venete, la 17^ vedrà un arrivo a Caorle?
«Sono orgoglioso che nel 2023 il Giro arrivi a Caorle, poi parta da Oderzo, arrivi a Zoldo Alto, e poi parta da Longarone per i 60 anni del Vajont con arrivo alle Tre Cime di Lavaredo. Sarà la prima volta in assoluto che il Giro arriva a Caorle. Abbiamo fatto i sopralluoghi con Rcs Sport in settembre e poi ho collaborato con i vertici della stessa Rcs nel disegno della tappa. Si partirà da Pergine Valsugana per poi transitare a Bassano del Grappa, Castelfranco, Silea, Treviso Mare.
Abbiamo deciso di passare per Jesolo e poi, attraverso il ponte di barche a Cortellazzo (della stessa città balneare) il Giro passerà per Eraclea, Duna Verde, Valle Altanea, Porto Santa Margherita, con arrivo a Caorle, nella zona degli impianti sportivi, ma prima ci sarà da parte dei corridori un ampio giro della città. La tappa sarà una grande festa per le nostre spiagge e sarà un succoso antipasto per la stagione estiva alle porte».
La visibilità per il territorio sarà mondiale…
«Il mio lavoro nella zona degli arrivi è anche quello di fare in modo che le riprese televisive sfruttino al massimo quelle che sono le caratteristiche più belle delle località e che gli sponsor abbiano il giusto ritorno mediatico. Sono più di 195 le nazioni che trasmettono il Giro per quasi 400 milioni di persone che lo vedranno in tutto il mondo. Da questo punto di vista non ci sono altri eventi in Italia che garantiscano un numero di contatti così elevato».
Come vivi le tre settimane del Giro?
«Sono tre settimane molto frenetiche e faticose, in cui vedo solo alberghi, striscioni, telecamere e corridori. Però è un’esperienza unica che mi ha permesso di girare l’Italia in lungo e in largo, ma anche all’estero perché da alcuni anni il Giro sconfina anche in altri Paesi. C’è grande spirito di gruppo perché siamo un team affiatato che lavora sodo per ottenere i risultati prefissati. Un paio di anni fa ho anche collaborato con il giornalista Beppe Conti: abbiamo realizzato un libro con i suggerimenti per i ristoranti del Giro d’Italia».









