Perché cadiamo sempre negli stessi errori?

Gli errori sono inevitabili e da essi dovremmo trarre un insegnamento. La maggior parte dei progressi nasce proprio dagli sbagli: tante esperienze maldestre per arrivare al risultato giusto, tante vie sbagliate per trovare finalmente la propria. Qualcuno è più intuitivo e necessita di meno errori; qualcun altro ci mette più tempo, ma, in generale, chiunque può trasformare uno sbaglio in un’occasione di apprendimento. Tuttavia, ci sono momenti in cui ci rendiamo conto di commettere sempre gli stessi errori e di ritrovarci nelle stesse situazioni dolorose, chiedendoci: “Perché continuo a sbagliare?”

Ma, che senso ha la ripetizione di comportamenti che sono fonte di disagio? Il nostro cervello è abitudinario e predilige ciò che gli è già noto. Il cambiamento è più difficile rispetto alla ripetizione; infatti, è meno dispendioso riprodurre determinati schemi appresi, anche se indesiderati. Le esperienze ripetute, anche quelle negative, diventano un territorio di cui conosciamo molto bene le mappe, pertanto, in questi luoghi, ci muoviamo con maggiore disinvoltura utilizzando degli automatismi, anche qualora siano poco costruttivi. Diventa più difficile e dispendioso, invece, esplorare contesti nuovi perché, anche se potremmo trovarli più piacevoli, l’esplorazione potrebbe suscitare un po’ di paura rispetto a ciò che non conosciamo.

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Cosa possiamo fare per superare tale meccanismo? Un primo punto di partenza è riconoscere che abbiamo una responsabilità in quello che ci capita, ciò significa che NON siamo in balia degli eventi e che possiamo fare qualcosa per mettere in atto un cambiamento. Inoltre, è importante accettare la parte fragile che è in noi, ammettere che esiste e non rifiutarla, ma prendersene cura e rompere così lo schema ripetitivo che ci riporta allo stesso punto. Altri due passaggi importanti sono:

  • cercare di capire quali sono gli schemi che tendiamo a ripetere e quali i trigger che li attivano;
  • essereragionevolmente disponibili verso persone o situazioni diversificate rispetto a quelle che ci aspettiamo, o che solitamente frequentiamo.

Infine, ricordiamoci che ognuno di noi dispone di tante risorse positive e talenti su cui puntare.

Note: suggerisco la serie tivù “Russian Doll”.

È una psicologa clinica, psicoterapeuta sistemico – relazionale, mediatore familiare e terapeuta E.M.D.R. Svolge la libera professione a Jesolo, oltre all’attività di consulenza e terapia rivolta al singolo, coppia e famiglia, si occupa di formazione in collaborazione con Enti pubblici e privati. Si occupa anche di supervisione e coordinamento di strutture per l’infanzia 0-6 anni. Per scrivere a Petra Visentin: petravisentin@gmail.com

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